L’antimicrobico-resistenza è una delle sfide più grandi del nostro tempo, che minaccia la salute umana in modo significativo, con costi elevati sia in termini umani che economici. Per contrastare questo fenomeno, è stato presentato a Roma l’Osservatorio nazionale sull’antimicrobico-resistenza (Onsar), presieduto da Walter Ricciardi.

Secondo le stime, entro il 2050, l’antimicrobico-resistenza supererà il cancro diventando la principale causa di morte al mondo, con più di 10 milioni di vittime all’anno. In Europa si registrano ogni anno 33.000 decessi dovuti alla resistenza ai farmaci, di cui 11.000 solo in Italia. Entro il 2050, in Italia potrebbero esserci 450.000 morti all’anno con un impatto economico per il Servizio sanitario nazionale di 1,3 miliardi di euro.

L’Osservatorio nazionale sull’antimicrobico-resistenza (Onsar) ha un duplice obiettivo: in primo luogo, raccogliere dati sulle infezioni correlate all’assistenza sanitaria e all’antimicrobico-resistenza; in secondo luogo, utilizzare questi dati per analizzare oggettivamente la situazione in Italia e fornire raccomandazioni e linee guida ai decisori politici, basate sulle evidenze scientifiche. Inoltre, l’Osservatorio si prefigge l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione e il personale sanitario sulla necessità di cambiare comportamenti impropri. L’Osservatorio si avvale di un Comitato tecnico-scientifico, che include esperti di vari settori medici, ma anche statistici, economisti e biologi, oltre a giornalisti ed esperti di comunicazione.

 

Non è sufficiente avere piani nazionali contro l’antibiotico-resistenza. Questo Osservatorio nasce per aiutare, a livello centrale e regionale, a mettere in atto questi piani.

Walter Ricciardi

 

La creazione dell’Osservatorio nazionale sull’antimicrobico-resistenza (Onsar) è un passo importante nella lotta contro la resistenza antimicrobica. L’obiettivo dell’Osservatorio è quello di raccogliere dati oggettivi e di fornire raccomandazioni basate sulle evidenze scientifiche. Solo attraverso una collaborazione tra governo, medici, ricercatori e società civile, si può affrontare con successo questa sfida globale.