I servizi di finanza decentralizzata (DeFi) che non rispettano le regole anti-riciclaggio e anti-finanziamento del terrorismo rappresentano “il rischio di finanziamento illecito più significativo” di tutto il settore delle criptovalute e degli asset legati alla tecnologia blockchain. A dirlo è un rapporto divulgato dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti che, secondo molti analisti, potrebbe anticipare un’importante stretta nei confronti del settore della cosiddetta finanza centralizzata.
In una valutazione dei rischi pubblicata giovedì, il Dipartimento del Tesoro ha dichiarato che i servizi offerti dalle piattaforme DeFi verrebbero usati attivamente dai ladri, gli scammer, i criminali informatici che diffondono ransomware e anche i governi “canaglia” come la Corea del Nord. Queste piattaforme vengono usate per riciclare facilmente i proventi della loro attività criminale.
Sulla base dei suoi risultati, il dipartimento raccomanda una valutazione dei “possibili miglioramenti” apportabili alle norme anti-riciclaggio e a contrasto del terrorismo in vigore negli Stati Uniti. Il Dipartimento del Tesoro ha anche chiesto il contributo del settore privato nel suggerire i possibili miglioramenti da apportare per contrastare l’abuso di questi strumenti da parte della criminalità.
Il rapporto di 40 pagine avverte che “attualmente i servizi DeFi spesso non implementano i controlli contro il riciclaggio e il finanziamento di attività terroristiche”, al punto che spesso non prevedono nemmeno le più basilari pratiche di KYC, acronimo di Know your customers. In sostanza: è possibile usare queste piattaforme in totale anonimato — che poi, ci permettiamo timidamente di sottolineare, è lo scopo per cui sono nati i servizi di DeFi e le criptovalute.