L’Italia è il primo Paese al mondo ad aver preso provvedimenti contro ChatGPT, l’IA conversazionale finita nel mirino del Garante della Privacy per alcune anomalie e il sospetto che non rispettasse il GDPR. Per questo motivo, la notizia ha ricevuto ampia attenzione anche all’estero, venendo rilanciata da diversi quotidiani generalisti americani e altrettante riviste specializzate in tech.
Incuriosito dalla notizia, un utente italiano (ma residente all’estero) del forum Ycombinator ha raccontato di aver creato un clone di ChatGPT (in teoria basato sullo stesso codice opensource dell’IA di OpenAI). Lo ha chiamato PizzaGPT, come la pietanza per cui siamo famosi in tutto il mondo e questa versione – almeno per ora – è ancora accessibile dal nostro Paese.
Ho avuto l’idea ieri, leggendo che ChatGPT è stato bloccato in Italia. Sono un italiano che vive all’estero, quindi ho ancora accesso all’IA, ma i miei genitori e amici che vivono lì no. Credo che l’AI sia uno strumento rivoluzionario che dovrebbe essere disponibile per tutti, allo stesso modo di Internet.
Il sito web è stato codificato ieri in un paio d’ore, quindi è pieno di bug e molte cose sono potenzialmente migliorabili.
Per quanto riguarda l’AI, è letteralmente solo un wrapper dell’API completions di OpenAI (modello turbo-3.5) e un’interfaccia di chat, quindi dovrebbe dare le stesse risposte della versione gratuita di ChatGPT
ha raccontato in un post pubblicato sul forum.
L’accesso a PizzaGPT è gratuito, ma in compenso il suo creatore deve pagare dei soldi ad OpenAI ogni volta che il servizio viene usato da qualcuno. OpenAI addebita una frazione di centesimo per ogni risposta. «Sono un po’ preoccupato per i costi, nel caso in cui molte persone dovessero iniziare ad usarlo», ha, quindi, aggiunto il creatore di PizzaGPT. «Puoi donare l’equivalente di una pizza (modello pizzaware?) per aiutare a mantenerlo in esecuzione».