Nell’ultimo anno, il mercato energetico mondiale è stato molto altalenante. L’inverno più caldo della media in Europa ha contribuito a evitare una crisi del gas quest’anno, ma le previsioni per l’inverno non sono chiare, poiché le instabilità persistono. Oltre il 20% delle esportazioni globali di gas naturale liquefatto proviene da un unico porto del Qatar. Un nuovo articolo pubblicato su Nature Sustainability, da un team di ricercatori dell’Università di Lovanio, della Viterbi School of Engineering della University of Southern California (USC) e dell’Istituto di ricerca sull’ambiente e l’energia del Qatar, individua la posizione di quella che gli autori chiamano “zona ad alta vulnerabilità“, dove una fuoriuscita di petrolio potrebbe causare la chiusura completa, per diversi giorni, delle strutture di esportazione di gas naturale liquefatto e degli impianti di desalinizzazione sulla costa (in presenza di una fuoriuscita di petrolio, le petroliere non possono navigare attraverso spesse chiazze di petrolio. Inoltre, gli impianti di desalinizzazione, che si basano sull’apporto di acqua di mare, non possono svolgere le normali operazioni con una fonte d’acqua fortemente inquinata). Questo arresto, spiegano i ricercatori, potrebbe causare un’interruzione significativa della fornitura di gas a livello globale e provocare una carenza d’acqua senza precedenti per gli abitanti della penisola del Qatar, compromettendo al contempo gli sforzi di contenimento. La consapevolezza di questa vulnerabilità è imperativa, affermano i ricercatori. La capacità di esportazione del Qatar dovrebbe aumentare di circa il 64% nei prossimi cinque anni. Pertanto, questo porto chiave continuerà a essere un hotspot cruciale per la catena di approvvigionamento energetico globale. I ricercatori osservano inoltre che il crescente numero di incidenti di petroliere nel Golfo aggiunge un livello di preoccupazione, in particolare per il modo in cui tali incidenti potrebbero avere un impatto sulle infrastrutture costiere che esportano una fonte di energia vitale per il pianeta e garantiscono la sicurezza dell’acqua desalinizzata per uno dei climi più aridi del mondo.
Il probabile worst case scenario
Lo studio suggerisce che le petroliere, che attraversano quest’area, sono i principali responsabili delle fuoriuscite di petrolio e non le numerose piattaforme petrolifere nella parte settentrionale della penisola. Se si verificasse una fuoriuscita in quest’area, sostengono i ricercatori, il Qatar avrebbe solo pochi giorni per contenere le fuoriuscite di petrolio prima che queste raggiungano il principale impianto di esportazione di gas liquefatto e il principale impianto di desalinizzazione del Paese. Gli autori indicano che questi eventi potrebbero potenzialmente causare interruzioni o addirittura l’arresto totale per un giorno degli impianti di desalinizzazione, spingendo la nazione a fare affidamento sulla sua piccola riserva di acqua dolce e facendo salire i prezzi del gas naturale liquefatto a valori più alti.
Per contestualizzare le dimensioni del problema, gli esperti ritengono che le più grandi petroliere di gas naturale liquido provenienti dal Qatar forniscano energia sufficiente a riscaldare l’intera città di Londra per una settimana. Lo studio auspica un aumento del telerilevamento tramite immagini satellitari e aeree nelle aree più vulnerabili del Golfo per fornire un allarme precoce per le fuoriuscite e modellare meglio la loro evoluzione. Secondo i ricercatori, queste azioni sono cruciali per guidare gli sforzi di mitigazione ed evitare conseguenze negative sia a livello locale che globale.