Gli immobili hanno destinazioni d’uso precise e possono avere una sola destinazione d’uso. In caso di necessità quindi bisogna procedere con il cambio di destinazione d’uso. Per poter attuare la modifica è necessario percorrere un determinato iter. Bisogna rivolgersi al Comune di appartenenza dell’immobile per l’autorizzazione. Ecco i passaggi, i costi e i tempi. Ogni immobile può avere una sola destinazione tra le seguenti cinque categorie catastali:
- A: immobili di ogni genere a uso abitativo. In questo caso è possibile l’utilizzo promiscuo (abitazione-studio) quando la maggior parte della superficie viene comunque utilizzata a scopo abitativo
- A-bis: riservata ad alberghi, campeggi, ostelli, e tutte le attività simili
- B: utilizzata da industrie e uffici, magazzini, laboratori di riparazioni e officine, comprese banche e uffici privati
- C: commerciale: dai mercati ai negozi di quartiere, include anche ristoranti, pub, e locali in generale
- D: agricola: riguarda sia gli immobili utilizzati per produzione, forestazione, e allevamento, sia serre, abitazioni rurali, o allevamenti zootecnici e agriturismi
Nel caso l’immobile sia interessato ad avere più destinazioni d’uso, bisogna destinarlo a quella prevalente. Le due attività devono essere legate. Si cambia destinazione d’uso se si vuole associare l’immobile a un’attività diversa a quella per cui è registrato. Bisogna farlo assicurandosi che prima ci sia una procedura permessa nella zona in cui ci si trova. Se si resta nella stessa categoria, basta l’invio della Scia al Comune dove si trova l’immobile.
Se si passa da una categoria A a B, bisogna fare un percorso più lungo. Prima controllare che la cosa sia fattibile, ottenere il permesso di costruire dal Comune dove si trova l’immobile e fornire una serie di documenti. La comunicazione va fatta anche dal punto di vista catastale. Il Comune deve rilasciare un certificato di agibilità, dove allegare tutte le informazioni e certificazioni degli impianti. Non sempre è possibile cambiare destinazione d’uso. Ecco le motivazioni:
- inadeguatezza dell’immobile
- i piani urbanistici del Comune
- nel caso di appartamento, il regolamento del condominio può impedire le modifiche alla destinazione d’uso
- usi vietati possono far ricadere nel reato di abuso edilizio
Esiste anche la variabilità dei costi del cambio d’uso di un immobile. Cambia a seconda dell’onorario del tecnico incaricato per la pratica e degli eventuali lavori richiesti per essere a norma. Inoltre, anche dalle spese di segreteria e dagli oneri di servizio, che variano da Comune a Comune. Per concludere, c’è da dire che bisogna anche aggiungere il costo dell’aggiornamento catastale. Il costo sarà alto, se dovranno essere fatte tante modifiche, può arrivare anche a diverse decine di migliaia di euro.