Il business pubblicitario di Twitter continua ad essere in profonda in crisi, con i suoi ricavi giornalieri che sarebbero diminuiti del 40% rispetto all’anno scorso. Secondo The Information, oltre 500 dei principali inserzionisti dell’azienda hanno sospeso gli investimenti sulla piattaforma in seguito all’acquisizione da parte di Elon Musk dello scorso ottobre.

Oltre 500 dei principali inserzionisti hanno sospeso gli investimenti su Twitter.

Anche se Musk ha intenzione di diversificare il business model di Twitter, rendendo la pubblicità una voce meno fondamentale per la sua sopravvivenza, l’azienda probabilmente non riuscirà a raggiungere il pareggio di bilancio quest’anno. Twitter ha generato 1,2 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2022, mentre il 2023 è iniziato con una performance inferiore del 40%. Si parla di una media di 8 milioni di dollari al giorno e circa 720 milioni per trimestre.

Twitter dovrebbe riuscire a portare il fatturato a 3 miliardi di dollari, anche considerando che dovrà pagare 1,5 miliardi di dollari solamente in interessi annuali sul debito che Musk ha ottenuto per ultimare l’acquisizione.

Il crollo del business pubblicitario verosimilmente imporrà un altro draconiano taglio dei costi. Twitter ha già licenziato oltre il 75% dei suoi dipendenti e da spolpare rimane davvero poco.

Secondo Axios, alcuni grandi inserzionisti sono insoddisfatti dell’approccio di Musk alla moderazione dei contenuti. Tra le ragioni del malcontento si cita la riabilitazione di Donald Trump e il licenziamento degli executive incaricati di arginare l’hate speech.

Tuttavia, Twitter può trovare consolazione nella sua capacità di attrarre e mantenere partner trai media. Secondo Axios, la piattaforma ha ancora accordi con più di tre dozzine di società di media, organi di stampa (tra cui il Wall Street Journal, Reuters, Bloomberg, Forbes, Conde Nast e USA Today) e leghe sportive (tra cui NFL, NBA, NHL, MLB, NASCAR e PGA Tour).