C’è una seconda possibilità per tutti, anche per chi sconta una pena in carcere. Un lavoro per una nuova vita. Sono 18.600 su 55mila i carcerati che hanno un’occupazione. Circa 2.400 lavorano all’esterno, una spinta data dalle aziende per far crescere il progetto. La possibilità di spaziare da un settore all’altro è vasta, lavori non solo alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria, ma in vere e proprie aziende.
I detenuti in totale sono 54.841, i lavoranti sono 18.654. Fra questi 16.181 sono alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria, mentre coloro non alle dipendenze dell’amministrazione sono 2.471. Le statistiche affermano che sono più di 2.300 i detenuti pronti a lavorare anche fuori dal carcere. In estate c’è stata anche la svolta con il mondo delle telecomunicazioni che ha varcato le sbarre delle carceri. Si tratta di nomi come Fastweb, Linkem, Tiscali, Sky, Telecom Italia, Vodafone e Windtre. L’attività all’esterno riguarda la realizzazione delle reti di accesso in fibra ottica grazie a Open Fiber, Sielte e Sirti. Individuati complessivamente ben 2.326 detenuti con i requisiti personali e di legge per farlo.
Il progetto nella sua prima fase formerà circa 100 detenuti in sei settimane. I gruppi Sirti e Open Fiber hanno definito il programma di Lavoro Carcerario a Rebibbia e a dicembre ha visto l’assunzione di 7 detenuti. Dopo la formazione, questi detenuti entreranno nelle squadre di Sirti e di Open Fiber. Saranno addetti per la giunzione di fibra ottica per le infrastrutture di rete italiane.
In corso anche il protocollo che prevede che i detenuti di dieci province delle regioni Abruzzo, Lazio, Molise, Marche e Umbria possano avere un’opportunità lavorativa. L’occasione di lavorare nei cantieri di oltre 5mila opere di ricostruzione pubblica e in quelli di 2.500 chiese danneggiate dal terremoto 2016. Un altro aspetto che va incontro al lavoro in carcere sono i rappresentanti del volontariato che si occupano di strutture penitenziarie. La legge Smuraglia, infine, avvantaggia l’attività d’impresa in carcere. In tutto ben 349 aziende, per un ammontare complessivo di 9.399.892,94 euro, sono state ammesse alle agevolazioni per il 2022.
In più ci sono gli sgravi fiscali. Le aziende che assumono detenuti o internati oppure lavoranti all’esterno possono godere di un credito d’imposta per ogni lavoratore assunto. Ciò nei limiti del costo sostenuto di 520 euro mensili. Si scende a 300 euro mensili, se gli assunti sono semi liberi.
- Carceri, un detenuto su 3 ha un lavoro (ma il dato potrebbe raddoppiare) (ilsole24ore.com)