Sappiamo bene che amare un partner, i nonni, i genitori, i figli è sempre più bello che scegliere di non amare. Ecco perché è difficile immaginare che essere single sia una scelta di vita. Se si passano i 30 anni risulta complicato accettare che sia una scelta, ma invece per molti lo è.
Oggi c’è la tendenza a shippare, ovvero a mettere tutto in coppia e avere una vita in versione romantica. A volte risulta quasi obbligatorio essere una coppia di fronte alla pressione sociale e culturale. Non vuol dire che chi è single ha fallito, magari non ha trovato la sua anima gemella o forse il suo treno è già passato. Essere single non va visto solo da un punto di vista negativo, ma neanche in un’ottica romanzata. Alcune persone pensano che essere single sia una vittoria, altri invece un fallimento.
Inoltre, subentra il pensiero che la solitudine possa essere un problema, soprattutto durante la vecchiaia. Con chi si potranno condividere gioie e dolori? Per gli uomini vivere da soli significa spesso crescita personale. Non è detto che chi resta single sia condannato alla solitudine. Essere single non è sinonimo di condurre una vita triste e solitaria.
Innanzitutto, bisogna capire che la felicità è un fenomeno complesso e dipende da svariati fattori. Spesso molte persone sposate si sentono infelici e sole. Sovente l’infelicità è associata alla mancanza di interazioni sociali importanti e non allo stato civile. Sentirsi soli non significa sempre essere single, molte persone che hanno il partner si sentono spesso più soli di chi è single. Lo status di single non deve essere generalizzato, non è bianco o nero, ma ha sfumature e colori. L’amore va oltre lo stato civile e il romanticismo. La “singletudine” può essere goduta nella sua libertà e dall’altra ha la possibilità di offrirsi al dono dell’amore.
- Essere single: perché è così difficile accettare che sia una scelta? (lamenteemeravigliosa.it)