Apple ha presentato una lunga lista di audiolibri, tutti in lingua inglese. La peculiarità è che la storia non viene narrata da un lettore in carne ed ossa, ma da una voce generata artificialmente da un’intelligenza artificiale. In totale, sono due le voci artificiali create da Apple.
Nelle intenzioni di Apple, si dovrebbe trattare di un importante passo in avanti rispetto alle precedenti voci gracchianti e impersonali che già oggi molti siti e app offrono per la lettura automatica dei contenuti. Le voci digitali di Apple sono state realizzate partendo da decine di milioni di ore di registrazioni di veri narratori. Sono, in altre parole, calibrate per risultare naturali e coinvolgenti.
Per il momento il servizio ha ricevuto un’accoglienza piuttosto tiepica. Molti utenti hanno segnalato diversi errori nella pronuncia di parole, anche di uso comune. Mentre il The Guardian scrive che si tratta di una sovversione di quello che è il reale punto di forza degli audiolibri, cioè la possibilità di immergersi in un racconto grazie alla voce di un narratore professionista che sa cambiare tono e inflessione della voce a seconda del contesto, del personaggio che sta parlando e delle emozioni che deve trasmettere.
Insomma, Apple – contesta il The Guardian – avrebbe visto negli audiolibri una nuova gallina dalle uova d’oro ed ha tentato di bombardare il mercato con un grandissimo numero di contenuti a costo quasi zero, senza quegli investimenti e quegli sforzi di cui normalmente le altre aziende si fanno carico. Sarà compito dei lettore premiare o bocciare questa strategia.