Un team internazionale ha ricostruito per la prima volta il viaggio compiuto dalla crosta terrestre verso il centro terrestre durante lo sprofondamento delle placche continentali. Rintracciata la testimonianza del riciclo di rocce riportate alla luce da eruzioni vulcaniche, dopo milioni di anni. La scoperta si basa sul ritrovamento di vene con quarzo dentro frammenti di mantello terrestre portati in superficie dall’eruzione del vulcano spagnolo Cabezo Negro. Risale a due milioni di anni fa. Un’analisi isotopica dell’ossigeno del quarzo ha permesso ai ricercatori di ricostruire il viaggio della crosta terrestre continentale. Ciò ha portato alla formazione di questo minerale, estraneo al mantello terrestre.

 

In pratica, la crosta continentale è stata trascinata dalla superficie all’interno del mantello terrestre. A una profondità che stimiamo essere attorno ai 30 km e a una temperatura di circa 1000°C, la crosta continentale subdotta subisce processi di fusione e va a formare delle vene contenenti quarzo nel mantello. Pezzi di questo mantello sono infine strappati e trasportati nuovamente sulla superficie terrestre da magmi di origine profonda. L’intero ciclo potrebbe essersi completato in un lasso di tempo che va da 10 a 2 milioni di anni fa.

Luigi Dallai, associato di Geochimica e Vulcanologia dell’Università La Sapienza

 

 

La scoperta ha dato informazioni dirette sulla composizione interna del pianeta Terra. Inoltre, ha fornito anche un modo per fare luce sul meccanismo della tettonica a placche. In particolar modo, però, ha aiutato a spiegare l’inedita composizione di altri magmi, come quelli dei vulcani dell’Italia centro-meridionale, delle Ande e dell’Himalaya.