Secondo le stime del governo per il 2023, su una crescita prevista allo 0,6%, lo 0,3% deriva dal Pnrr, mentre l’altro 0,3% dalla manovra. Insomma, l’Italia sarebbe in stagnazione, senza questi input. Il tutto mentre l’inflazione italiana rimane al 12,6%. Secondo Confartigianato il rischio per l’Italia è di precipitare nell’incubo della stagflazione, una combinazione di recessione e inflazione. L’alta inflazione italiana è causata dalla crescita dei prezzi dell’energia. A novembre l’indice dei prezzi dell’energia elettrica in Italia è salito del 174,8%. L’inflazione più alta mai registrata in tutta l’Ue. I prezzi del gas in Italia salgono del 96,5% rispetto al 67,0% della media europea. L’andamento dei prezzi dell’energia però mette in pericolo anche la competitività delle imprese italiane.
La stretta portata avanti dalle banche centrali mondiali, insieme alla recrudescenza del Covid in Cina, sta sgonfiando i prezzi di energia e materie prime internazionali. Gli ultimi dati Istat relativi al commercio estero, infatti, mostrano un calo della bolletta energetica per una diminuzione della domanda e dei prezzi all’importazione. A ottobre, il valore delle importazioni di energia è aumentato del 57,5% rispetto al +145,1% di settembre. Un dato che dipende dal dimezzamento della crescita dei prezzi e dalla riduzione dei volumi importati.