L’ Associazione Italiana contro Leucemie (AIL), linfomi e mieloma ha dato il via a una campagna dal titolo “La linea delle emozioni”. Essa sostiene i pazienti malati di leucemia linfatica cronica per tutto il percorso di cura, dalla diagnosi alla terapia.

 

Tra le mission della nostra Associazione c’è sensibilizzare l’opinione pubblica alla lotta sui tumori del sangue per non far sentire mai soli i pazienti durante tutto il loro percorso di cura. Questo progetto nasce proprio con l’idea di creare un momento per accogliere le emozioni di pazienti e caregiver, spesso famigliari, che si trovano ad affrontare quotidianamente una malattia del sangue cronica e di unire metaforicamente, più storie trasformandole in un unico nastro che le percorre e dà loro voce e forza. Perché nessuno si senta più solo nel percorso della malattia e perché ognuno racconti un comune percorso di speranza e fiducia nel futuro della ricerca scientifica.

Pino Toro, presidente nazionale AIL

 

 

“La linea delle emozioni” è stata installata ai piedi della scalinata della Galleria Nazionale d’Arte moderna e contemporanea di Roma. Grazie alla ricerca le leucemie hanno fatto passi da gigante permettendo ai malati di poter avere una buona qualità della vita. Le emozioni sono il nostro benessere o malessere, ed è questa una terapia adatta a chi è malato di leucemia. Parlare di emozioni fa bene ai pazienti e ai familiari. Un primo grande strumento di lavoro psicologico per dare sostegno alle persone nell’adesione alla terapia e nel rapporto con i sanitari. 

La leucemia linfatica cronica è una patologia dei linfociti B maturi. Una condizione di immunodepressione che fa insorgere infezioni o complicanze con peculiarità autoimmuni. Le cause della malattia sono ancora ignote, ma pare che l’uso di pesticidi agricoli possa esserne in parte responsabile. Possibile avere, inoltre, anche una predisposizione genetica familiare. La malattia è tipica dell’età più avanzata con il 40% delle diagnosi effettuate oltre i 75 anni e solo il 15% entro i 50 anni. 

L’età media alla diagnosi è di circa 70 anni, con una leggera prevalenza negli uomini. A volte ci sono forme che restano stabili, in altri casi evolvono rapidamente. A seconda dell’età e del soggetto la terapia cambia nei pazienti con l’anemia e la piastrinopenia. Questa è un ingrossamento importante di milza o linfonodi o la rapida crescita dei globuli bianchi. Schemi di chemioterapia associata ad anticorpi monoclonali vengono usati in pazienti giovani.