Si chiama Post.news ed è l’ennesimo nuovo social diventato in voga ora che un bel po’ di persone si stanno chiedendo se è il caso di scappare da Twitter. Post.news, peraltro, è piuttosto simile nell’aspetto e nelle funzioni al social ora di proprietà di Elon Musk, non fosse per il fatto che il suo focus è orientato alla condivisione e all’acquisto di notizie.

È stato fondato dall’ex CEO di Waze Noam Bardin, ed è stato lanciato in fretta e in furia dopo alcuni primi round di finanziamento piuttosto fruttuosi. Il social ha convinto – tra gli altri – anche l’A16z di Andreessen Horowitz, un fondo che ha le mani in pasta in un pochino tutte le ‘grandi novità’ del tech degli ultimi anni, tra social come Clubhouse e cosiddetto Web3.0.

Attualmente non ci si può ancora iscrivere a Post.news. Esiste solo un sito da cui è possibile iscriversi ad una lista d’attesa. Gli utenti riceveranno un avviso non appena sarà possibile scaricare l’applicazione ufficiale del social. La beta è già stata scaricata da qualche decina di migliaia di utenti. Vi ricorda qualcosa? È la strategia di ‘esclusività’ scelta da Clubhouse. All’inizio era andata benissimo, ma poi il social dedicato alle chat vocali aveva rapidamente perso trazione. Chissà se Post.news avrà più fortuna.

Di interessante Post.news ha il fatto di essere un social dedicato all’informazione. Gli utenti possono decidere di acquistare l’accesso a singoli articoli di giornale. Idealmente un domani potranno leggere i contenuti premium del New York Times e il Wall Street Journal, senza dover per forza pagare un abbonamento all’intero quotidiano.

Sembra che la lista d’attesa abbia già superato quota 200.000 persone, ma sul successo di Post.news ci sono parecchi dubbi. La strada dei micropagamenti applicati all’editoria è già stata tentata numerose volte, e sempre senza grossi successi.