Un po’ alla volta, Apple sta spostando pezzi importanti della sua supply-chain in India. L’obiettivo? Ridurre la sua dipendenza dalla Cina, che con la sua politica zero-covid ha compromesso la puntualità delle consegne dei nuovi iPhone 14. E questo, chiaramente, senza citare il rischio (remoto, ma fino ad un certo punto) di un peggioramento dei rapporti tra Cina e Stati Uniti d’America.

Apple ha capito ormai da molto tempo di non poter puntare tutto sui suoi fornitori in Cina. Da qui l’esigenza di diversificare il più possibile la catena di approvvigionamenti, in modo da poter sopravvivere alle scosse sempre più frequenti della geopolitica.

I vantaggi sono molteplici: dal costo del lavoro, sempre molto basso, alla presenza di una filiera iper-specializzata già all’avanguardia, oltre al fatto che l’India è uno dei più importanti mercati a livello globale.

Per il momento di definitivo non c’è ancora nulla: Apple deve ancora ottenere le autorizzazioni necessarie. Stando alla CNBC, sarebbe in corso un dialogo con le autorità locali e con alcuni partner indiani.

Ma, almeno all’inizio, non tutto potrebbe andare liscio come l’olio: i nuovi operai indiani non avranno la stessa esperienza degli omologhi cinesi, e sarà sicuramente necessario un lungo periodo di formazione — che potrebbe ovviamente creare dei ritardi. Di certo sembra esserci che Apple intende spostare in India oltre il 25% della produzione dei suoi dispositivi. L’azienda si è data fino al 2025 per raggiungere questo obiettivo.