Divari grandi fra Sud e Nord Italia e nel 2023 aumenteranno ancora di più. Il nostro paese è in parte tamponato dagli aiuti del governo e in special modo dal reddito di cittadinanza. Il Pnrr dovrà riequilibrare la situazione. Anche la guerra in Ucraina e l’aumento dei prezzi dell’energia hanno influito negativamente.
Nel 2023 il Pil del Sud potrebbe avere un -0,4%, quello del Centro-Nord invece rimarrà positivo, anche se rallentato. Dopo il Covid, l’Italia ha conosciuto una ripartenza abbastanza uniforme in tutte le zone del paese. Nel 2021 il Pil meridionale è cresciuto infatti del 5,9%, superando la media dell’Ue. Ha beneficiato delle politiche di supporto alle famiglie e della liquidità delle imprese che hanno contribuito a sostenere i consumi. Nel 2023 però la situazione cambierà in negativo.
In sintesi, il reddito di cittadinanza, bonus e reddito di emergenza sono stati più che utili a tamponare il momento critico creato dalla pandemia. L’aumento dell’inflazione comporta dei rischi veri per il sostegno dei bilanci familiari, con effetti più allarmanti nel Sud. Nel Mezzogiorno sarebbero circa mezzo milione i poveri in più. Tra gli scopi del Piano nazionale di ripresa e resilienza c’è quello di risolvere il ritardo del Sud rispetto al resto dell’Italia.
Il 40% dei totali 222 miliardi di euro del Pnrr e del Piano complessivo saranno destinati al Mezzogiorno. Gli enti locali del Sud dovranno gestire anche risorse che fino al 2029 supereranno 252,2 miliardi di euro. Per avere successo e risolvere il divario tra Nord e Sud bisognerebbe evitare di essere incapaci di saper impiegare i fondi necessari già disponibili.