Quando si parla di salute menatale bisogna sempre dosare le parole e prestare molta attenzione. La tematica è delicata ed il rischio di ferire la sensibilità di qualcuno è dietro l’angolo. Per tanto tempo, ed ancora oggi per molti purtroppo, parlare di salute mentale era considerato un tabù, una conversazione da evitare. Per fortuna i tempi sono cambianti, la società si è evoluta ed il veto posto attorno a tutto ciò che concerne la sanità mentale è crollato. Lo noto soprattutto nei giovani, sempre più sensibili alla tematica. Per lungo tempo il solo nominare la cura della propria salute mentale era considerato un atto per cui vergognarsi, oggi invece ci sentiamo (o almeno molte più persone si sentono) in grado di poter raccontare con tutta tranquillità il nostro percorso con un terapeuta di fiducia senza temere di toccare un tasto scottante. Finalmente la cultura contemporanea ha sdoganato il connubio tra malattia e mente, la salute mentale prescindere dalla stato di malessere. Solo se la nostra mente non viene adeguatamente curata si incorre nelle problematiche che necessitino di essere curate con medicinali. Salute e malattia sono due opposti ma tanto vicini se non separati con la giusta cura, è facile confonderli e facile passare da uno stato positivo a quello negativo.
Grande merito per lo sdoganamento della salute mentale va attribuito ai prodotti d’intratteniento. Lo streaming in particolare negli ultimi anni ha reso protagonista delle proprie piattaforme tantissime serie tv e film incentrarti sulla complessa tematica della salute mentale. Recentemente ha fatto tanto parlare di se il docufilm dedicato a Selena Gomez, Selena Gomez My Mind and Me. Partendo dal documentario dedicato alla cantante ed attrice per arrivare alle più recenti serie Netflix ecco i prodotti dedicati alla salute mentale.
Questa premessa è doverosa. Trattandosi di un tema delicato a cui io tengo particolarmente cercherò di usare il massimo rigore possibile. È facile ferire la sensibilità di qualcuno nell’approcciarsi a tematiche simili, quindi i termini vanno dosati e ponderati con cura. Sarà mia premura fare tutto il possibile per evitare fraintendimenti.
Selena Gomez My Mind and Me
Il quattro novembre sulla piattaforma streaming di Apple, Appletv+ è sbarcato il film dedicato a Selena Gomez. Più che film ci troviamo di fronte ad un vero e proprio docufilm che cerca di narrare con gli occhi si Selena l’importanza di un’adeguata cura della salute mentale. La giovane artista ha avuto tantissimo coraggio, dobbiamo riconoscerglielo. È facile per un cantante realizzare un documentario sulla propria carriera, soprattutto se è così ricca di successi e personaggi celebri come quella di Selena Gomez. Molto più complicato e moralmente difficile è aprirsi al 100% e scegliere di dedicare un intero docufilm ai propri problemi di salute mentale.
Selena ha iniziato a lavorare che era piccolissima, intorno ai 7 anni ha preso parte ad un celebre serie per bambini e non si è più fermata. Una bambina prodigio ma pur sempre una bambina che è cresciuta molto in fretta lontano da casa, distante dalle persone della propria famiglia e dagli affetti originari. Selena ha realizzato i sogni da popstar ma per farlo ha perso diversi pezzi di se lungo il percorso. La cantante durate l’ora e 40 minuti del film racconta come è arrivata ad un punto di non ritorno dal quale è uscita solo grazie all’aiuto dei medici che si sono presi cura di lei. Selena soffre di Lupus da diversi anni ma questo non l’ha mai fermata, a bloccare Selena è stata la pressione che la sua carriera da cantante le ha provocato, il continuo essere circondata da paparazzi che le chiedevano soltanto di Justin Biber e della sua vita privata, mai di quella professionale. Il crollo di Selena e il conseguente stop al tour mondiale del 2018 ha portato la cantante a concentrarsi sulle difficoltà che la stavano dilaniando internamente. Selena si è ritirata in un centro dedicato alla cura della salute mentale, da troppo tempo trascurata dalla cantante. Dopo diversi mesi le è stata diagnosticato il disturbo bipolare. Ora la cantate sa a cosa erano dovuti i suoi comportamenti poco gradevoli tenuti nei confronti della sua famiglia e grazie alla cure è perfettamente in grado di gestirli. Ovviamente la cura, come in diversi saprete, comprende l’assunzione periodica di farmaci e le abituali sedute di psicoterapia. Purtroppo una cura priva di medicinali non è possibile.
In molti vi domanderete se è stato lo stress la causa scadente del bipolarismo in Selena. La risposta assoluta non esiste ma sicuramente lo stress e l’ansia dovute alla sovraesposizione mediatica hanno scatenato e accelerato la comparsa del disturbo. A scatenare il disturbo bipolare concorrono molteplici fattori sia genetici, che biologici e psicologici, nessuno di questi da solo genera il sorgere del problema.
Il docufilm oltre ad essere tecnicamente ben realizzato, regia e fotografia sono di ottima qualità soprattutto se paragonate a quelle fornite per i tanti docufilm recenti, è molto importante per il messaggio che Selena ha scelto di comunicare. La cantante per la prima volta sveglie di annunciar ai suoi fan, e non sono, che da ormai diverso tempo è in cura per disturbo che intacca la sua salute mentale. Senza vergogna (come è giusto e sacrosanto che sia Selena racconta il suo percorso verso la cura della sua salute mentale. Selena con il suo docufilm desidera comunicare senza filtri quanto sia importante curare a dovere la propria mente, prescindere dall’età, dal mestiere e dalle difficoltà della vita. La giovane ragazza durante il lockdown ha svolto diversi incontri pubblici destinati a sensibilizzare i più giovani verso la tematica, attualmente desidera anche presentare un progetto di legge per diffondere l’insegnamento delle emozioni nelle scuole di ogni ordine e grado. Personalmente le auguro che il disegno di legge venga approvato e spero che prima o poi un simile progetto arrivi anche nel paese nostrano.
Tantissimi recenti show approfondiscono la salute mentale
Come vi accennavo in apertura le piattaforme streaming sono diventate il luogo più ospitale possibile per i prodotti dedicati alla salute mentale. Non che prima dell’avvento, in primo luogo, e dell’esplosione poi, non esistessero diciamo che non erano così diffusine ne variegati. Da sempre la storia del cinema indaga sulle diverse sfaccettature della salute mentale ma lo spazio destinato a prodotti simili, per forza di cose, non era infinito. Ora lo spazio sulle piattaforme streaming non manca e scrittori e registi hanno avuto l’opportunità di indagare in maniera diversa la tematica. I prodotti spaziano sia per profondità data all’argomento che per età dei protagonisti che per stile e genere. Insomma ce né per tutti i gusti, basta solo essere interessati. Netflix in particolare ha realizzato tantissimi prodotti incentrati sulla cura della salute mentale, Never Have I Ever e Spinng Out per esempio ma anche i più recenti 1899 e Mercoledì. È proprio delle due ultime serie firmate Netflix che voglio parlarvi oggi.
1899
Il nuovo show firmato Netflix affronta tantissime tematiche diverse: dall’accettazione di se stessi, alla solitudine, dalla religione alla abuso di alcol; due però sono i temi centrali attorno ai quali ruotano tutti gli altri. Il tempo, o meglio lo spazio-tempo, e la salute mentale sono le tematiche che Baran bo Odar e Jantje Friese, i creatori di 1899 e di Dark, hanno scelto di rendere le assolute protagoniste della serie Netflix.
Personalmente sono rimasta molto affascinata da come 1899 ha scelto di sviluppare l’altra tematica portante: la salute mentale. Più che sviluppare come vero e proprio disturbo clinico, 1899 cerca di sviscerare le problematiche legate alla mente come dubbi insiti nella mente umana. E se i personaggi fossero tutti pazienti di un ospedale psichiatrico? E se la nostra protagonista da medico psichiatra si fosse trasformata nella paziente?
Tutti i personaggi hanno qualche disturbo legato al loro passato che per forza di cose si ripercuote sulla loro salute mentale. Il sogno di un viaggio nel nuovo mondo si trasforma in un incubo e qualcuno o qualcosa si sta prendendo gioco della loro mente. Sono tutti burattini manovrati da un burattinaio? È tutta finzione o si cela un barlume di realtà? Per scoprirlo non vi resta che visionare la nuova serie già disponibile su Netflix.
Quello che è certo è che sul concetto di realtà e di sogno la serie gioca parecchio. Fino a che punto i fatti narrati sono reali e quando i nostri personaggi stanno sognando? Sono mai stati svegli? Tutte domanda alle quali la serie non risponde mai direttamente. Lo show Netflix insinua il dubbio nello spettatore e lascia a lui la possibilità di decidere dove inizia la finzione e dove termina la realtà.
Forse non tutti ci avranno pensato durante la visione ma potrebbero i sogni influenzare in maniera diretta la realtà che ci circonda? Se i nostri personaggi fossero tutti prigionieri di un sogno collettivo le cui avventure si ripercuotono sulla vita vera e non terminano nell’immaginazione, quali conseguenze un simile progetto avrebbe sulla collettività e quale sarebbe lo scopo? Se esiste un burattinaio deve aver progettato l’esperimento con un obiettivo preciso, quali risultati desidera raggiungere? Tutte domande interessanti a cui però lo show non intende per ora dare una risposta definitiva. Possiamo solo fare ipotesi e congetture, interessanti e stimolante ma sicuramente non un’attività che tutti gli spettatori sono portati a compiere.
Mercoledì, la serie di Tim Burton da grande spazio alla salute mentale
Come più e più volte sottolineato la salute mentale è attualmente la protagonista di tantissime serie tv Netflix e non solo. La recente 1899 utilizza la salute mentale e lo studio psichiatrico della mente umana come appiglio per imbastire una trama mystery e fantasy di tutto rispetto, complessa e stratificata.
Nel caso di specie è impossibile partire di Mercoledì Addams senza fare riferimento alla condizione mentale della ragazzina. La piccola Mercoledì è cresciuta in un contesto decisamente lontano da quella che viene comunemente considerata una sana educazione famigliare. I genitori di Mercoledì sono bizzarri, tetri e completamente diversi dalla classica connotazione di genitori modello. La morte e i crimini hanno da sempre fatto parte della vita della bambina, non c’è da stupirsi che Mercoledì sia così incline a commettere atti contrari alle regole se i primi che le hanno insegnato a comportarsi fuori dagli schemi erano i suoi genitori. La giovane di casa Addams è dedita alla solitudine e ha difficoltà a relazionarsi con gli altri, in particolare con i suoi coetanei. La serie tv Netflix più che sottolineare ed analizzare le ragioni e le motivazioni degli usi e costumi di Mercoledì cerca di sviluppare la sua difficoltà a rapportarsi con terzi. La giovanissima è ostile, scontrosa e sempre sospettosa verso il prossimo anche quando la persona in causa non ha alcun doppio fine se non quello di aiutarla. Mercoledì, come Eleven in Stranger Things, ha vere e proprie mancanze nelle relazioni con gli altri, non sa come comportanti, cosa dire e come dirlo. È sempre stata una giovane ribelle solitaria per nulla desiderosa del supporto o dell’amica altrui. Durante il corso degli otto episodi le emozioni di Mercoledì verranno scombussolate. Mercoledì per la prima volta si serenità comprese, capita e amata così com’è e non per quello che potrebbe essere.
La serie presta comunque la dovuta importanza alla salute mentale, non mancano infatti gli incontri con la psicologa e le giuste dosi di raccomandazioni che servono quando ci si approccia ad un prodotto simile. Quello che però mi ha piacevolmente stupido dello show Netflix è il focus relazionale, si sottolinea si la peculiarità di Mercoledì e le probabili problematiche psicologiche che affliggono la ragazzina ma il personaggio viene per la prima volta messo sotto una luce differente. Ciò che interessa ai registi dello show è come Mercoledì cresce e migliora sotto il profilo delle relazioni sociali. Scelta coraggiosa ma anche assolutamente riuscita.
Non mi resta che fare i complimenti per la scelta di ambientare la serie all’interno della Nevermore Academy, il liceo destinato a persone dotate di speciali capacità. Mercoledì inizialmente appare come la più strana tra gli strani, colei che anche all’interno di un gruppo di persone bizzarre e anticonvenzionali spicca per ulteriori peculiarità. Non è un caso se l’unica divisa priva di colori è proprio quella di Mercoledì. L’aspetto più interessante è che la serie sceglie di soffermarsi su questo aspetto solo per una connotazione estetica e se vogliamo iniziale ma poi perde questo focus a favore di altro. Mercoledì è si l’allieva più particolare delle scuola ma non è soltanto questo.
Ho volutamente scelto di soffermarmi ad analizzare tre prodotti recentemente usciti nel marcato dell’intrattenimento streaming per potervi incuriosire quando ancora sono freschi e pronti ad essere discussi prima che vengono accerchiati dal polverone delle polemiche e delle teorie dei fan. Ovviamente come saprete non sono gli unici show a trattare la delicata materia. Ormai davvero tanti prodotti scelgono di sviluppare la tematica, chi con maggiore cura e spazio e chi con superficialità ma resta da constatare che praticamente ogni serie tv inserisce la salute mentale tra i propri temi. Per farvi solo alcuni esempi tra le serie Netflix troviamo anche The Politician, Never Have I Ever, Spinning Out, Atipical, L’alienista e tantissime altre. Come vedete già in autonomia il target è di volta in volta diverso, alcuni show sono pensati e quindi scritti per un pubblico più giovane altri invece comunicano a tutti trasversalmente, altri ancora sono indicati per il solo pubblico adulto.
Persino pellicole più recenti come Bones and All, The Whale, The Menu, Causeway scelgono di approfondire la salute mentale, ciascuno a modo diverso e con connotazioni ed uno stile profondamente lontano ma tutti sviluppano la tematiche.
Possiamo quindi ritenere superato il tabù che fino a non troppi anni fa accerchiava la salute mentale? Io penso di si, aggiungo fortunatamente. Grazie ai prodotti audiovisivi la rappresentazione streaming negli ultimi anni sullo schermo è notevolmente aumentata e con essa anche le diverse faccia dei disturbi legati alla mente umana. Sono certa che il percorso verso un completo sdoganamento dei temi sia ancora lungo ma quel che è certo è che è già stato avviato.