Si è scoperto che il batterio della lebbra riesce a riprogrammare le cellule del fegato forzandole a produrre nuovo tessuto. È il caso dell’armadillo, che se contagiato dalla lebbra, allora fa diventare il suo fegato un terzo più grande facendo rimanere intatte le sue funzioni. Un escamotage strano che può insegnare come far rigenerare il fegato anche nell’uomo.
Il batterio della lebbra è capace di un’alchemia biologica: riprogramma le cellule che infetta riportandole a uno stato meno maturo ma più potente. Qualcosa che assomiglia alle cellule staminali. Questo meccanismo è presente solo tra pochi mammiferi in grado di trasmettere la lebbra all’uomo. Il batterio riporta le cellule in uno stato di immaturità e di grande capacità migratoria. Poi sfruttandole per farsi portare verso altri organi del corpo.
Ora i ricercatori si augurano di riuscire a sfruttare questa scoperta per indurre naturalmente la rigenerazione del fegato in malattie relative a questo organo. Tutto facendo restare intatte le funzionalità epatiche ed evitando effetti collaterali. Restano però dei punti interrogativi da chiarire: il fegato degli armadilli è più grande a causa dei batteri che ci sono dentro? Come fa, inoltre, il batterio della lebbra a non uccidere le cellule ospiti, ma a far scattare solo la rigenerazione?