La tecnologia e la ricerca fanno passi avanti e gli apparecchi per l’udito sono sempre più in miniatura. Essi sono in grado di riprodurre un suono uguale a quello originale. Soluzioni meno invasive e che sono quasi invisibili.

 

Vent’anni fa gli apparecchi acustici erano grandi e questo portava imbarazzo e rifiuto anche dal punto di vista estetico.

Riccardo Cattaneo, responsabile relazioni istituzionali di Amplifon

 

 

Prima gli apparecchi per l’udito erano prodotti analogici che amplificavano un suono, oggi sono veri e propri pc in miniatura. Sono dotati di un software che personalizza e adatta a ogni persona la curva del suono. Un vero vantaggio avere un software che si adatta alla singola persona.

Grazie all’intelligenza artificiale gli apparecchi per l’udito possono avere altre funzioni. L’apparecchio introdotto nel condotto dell’orecchio può dare informazioni su pressione, battito del cuore e temperatura del corpo. Insomma, registrare dati sull’organismo.

 

L’audioprotesista è un professionista sanitario che, come l’ottico per la vista, prevede una laurea. Assiste le persone con problemi di udito cercando di favorire l’accesso a tecnologie innovative ed efficace. Ne sono presenti in 1.200 centri acustici sul territorio italiano. Oggi si laureano ogni anno circa 300 audioprotesisti l’anno, ma per rispondere alla domanda dovremmo far laureare ogni anno non meno di 550 audioprotesisti l’anno, ovvero raddoppiarli.

Corrado Canovi, presidente Associazione Italiana Audioprotesisti Professionali