Il 18 novembre 2022 Topolino ha compiuto 94 anni, e la Disney ha deciso di festeggiare questo importante compleanno distribuendo su Disney+ il documentario Topolino: La storia di un Topo, una produzione che non vuole solo raccontare le origini del topo più popolare del mondo, ma anche la nascita dell’impero creativo di Walt Disney. Vi propniamo qui di seguito la recensione di Topolino: La storia di un Topo.
Tutto è nato con un topo
Il documentario si apre proprio con le parole di Walt Disney, che sottolinea in un filmato d’epoca come tutto il percorso della sua casa di produzione sia nato da un topo. Inizialmente Walt ed i suoi disegnatori avevano tra le mani la produzione di Oswald il coniglio fortunato, di cui alla fine degli anni Venti perse i diritti, oltre ad una buona parte del proprio staff. Fu in quell’occasione che nacque l’idea di un topo come nuova figura da mettere al centro di cortometraggi animati. Nacque così Mortimer, il cui nome fu cambiato dalla stessa moglie di Disney, che propose Mickey come alternativa. Il 18 novembre 1928 uscì il corto animato Steamboat Willie, e da lì cambiò tutto. Oltre alla simpatia di Topolino, ed alle sue gag con Gamba di Legno per la salvezza di Minnie, l’aspetto più innovativo che colpì il pubblico fu il fatto che si trattò del primo cortometraggio animato sonoro sincronizzato. Nello stesso documentario Topolino: La storia di un Topo questo evento viene considerato come una rivoluzione, uno spartiacque paragonato all’uscita Star Wars, ma probabilmente anche superiore a livello d’importanza. Da quel momento l’ambizione di Walt Disney salì sempre più di livello, portando nel 1937 alla realizzazione del primo lungometraggio animato, ovvero Biancaneve e i sette nani.
Il documentario Topolino: La storia di un Topo ripercorre il percorso che ha portato alla nascita di Topolino ed al successo della casa di produzione di Walt Disney, mettendo al centro l’impatto storico e culturale del character, ma anche lo stesso contesto sociale in cui il simpatico topo si muoveva. Topolino nacque poco prima della Grande Depressione americana, un periodo in cui il modello economico e di vita degli Stati Uniti era stato messo in crisi, e Topolino, a quei tempi, divenne una sorta di figura a cui fare riferimento. In mezzo ad un vero e proprio fallimento socio-economico, Walt Disney aveva creato un personaggio che dava ancora senso al modello americano, al self made man, ed alla terra promessa in cui, andando verso Ovest, i sogni si possono realizzare. Del resto Walt Disney ed il fratello Roy sono partiti dal Missouri, creando in una zona rurale la loro prima casa di produzione, e solo il trasferimento a Los Angeles li portò al vero successo. Walt Disney e Topolino rappresentano in questo senso il sogno americano, divenuto mondiale, oltre che la testimonianza che quel tipo di progetto sociale e culturale potesse ancora funzionare. Si tratta, insomma, di qualcosa di ancora più grande di un semplice cartone animato (che già di per sé è sempre rappresentativo di tanti elementi e valori).
Un’icona si riconosce dalla silhoutte
Topolino: La storia di un Topo utilizza filmati di repertorio e interviste ad animatori ed appassionati per portare avanti questo documentario che scava nelle radici della figura di Mickey Mouse, e della stessa comapagnia di Walt Disney. La regia di Jeff Malmberg utilizza le interviste per portare avanti la narrazione, e per dare quasi fondatezza scientifica al fatto che Topolino sia divenuto un’icona, non solo per uno zeitgeist dei tempi, ma anche perché Walt Disney, Ub Iwerks e gli animatori della compagnia, seppero creare gli elementi per la nascita di un’icona. Del resto la costumista Deborah Nadoolman Landis (moglie del regista John Landis), che ha lavorato film iconici come Indiana Jones e i Blues Brothers, afferma che un’icona si crea dalla silhouette.
Se una figura si può riconoscere dalla sola silhoutte allora è certificata la sua iconicità.
E, sotto questo punto di vista la silhoutte di Topolino è forse la più iconica di sempre. Del resto basta poco per tratteggiare il viso di Mickey Mouse, bastano un grande cerchio centrale per la faccia, e due in alto laterali per le orecchie. Così semplice eppure così efficace. Sotto questo punto di vista aiutano anche i pareri degli animatori Eric Goldberg (co-regista di Pocahontas), e di Mark Henn (che ha lavorato ad Aladdin, la Bella e la Bestia e La Sirenetta), che, intervenendo durante il documentario, sottolineano a livello tecnico l’importanza e l’impatto grafico di Topolino.
Concludiamo questa recensione di Topolino: La storia di un Topo mettendo in evidenza il fatto che i quasi cento anni di vita di Mickey Mouse non ne hanno scalfito l’impatto culturale. Topolino, ormai, va al di là della sua presenza in serie animate, film, giocattoli, fumetti o videogiochi. La sua iconica silhoutte è divenuta un simbolo di magia, creatività, e del nostro stesso modo di essere umani. Se dovessimo scegliere una decina di personaggi in grado di definire cosa è stata capace di produrre la nostra specie, Topolino risulterebbe essere probabilmente la figura creativa simbolo di ciò che siamo stati in grado di produrre grazie alle capacità del cervello umano. E pensare che tutto ciò è nato grazie ad un topo.
Topolino: La storia di un Topo è disponibile su Disney+.
Topolino: la storia di un topo è il racconto di come Walt Disney, Ub Iwerks ed un gruppo di animatori siano stati in grado di creare nel 1928 una figura iconica in grado di diventare il simbolo della stessa fantasia. Un documentario che informa e intrattiene.
- L'alternanza tra interviste e filmati di repertorio crea un buon ritmo.
- L'impatto ed il percorso di Topolino vengono ben raccontati e sviluppati.
- Una storia così ampia e importante quali è quella di Topolino forse avrebbe meritato più minutaggio, e, a questo punto, una docuserie.