Quando si parla di desideri e di sogni nel cassetto è facile pensare ai propri. Tutti noi ne abbiamo anche solo uno da realizzare ancora.
Anche Umberto Scotti ne aveva un sogno ed è riuscito a realizzarlo. Un sogno che ha a che fare con i cavalli che, come tutti gli animali, rendono ancora più tenero il desiderio, se li riguarda.
Umberto Scotti: la sua storia e la sua passione
A volte ci si chiede se la passione della propria vita possa diventare anche una professione. Spesso ci si scontra con una realtà piuttosto dura. Infatti non è sempre facile riuscire in questa faticosa missione. Molto più frequentemente le passioni restano tali, occupando una parte importante della propria vita, ma senza diventarne lo scopo ultimo o l’attività principale.
Quando la passione, però, è così forte che non si riesce a non pensarci, bisogna avere coraggio e fare in modo che ciò che ci appassiona sia e diventi anche la propria fonte di vita.
Questo è ciò che ha fatto Umberto Scotti, uomo da sempre appassionato ai cavalli. Durante il suo percorso di vita si è accorto che ciò che faceva abitualmente non lo soddisfaceva più e che quindi era necessario cambiare. Questo è stato il momento di svolta della sua vita che oggi è diventata sempre più positiva e fonte di arricchimento personale.
Umberto Scotti è horse whisperer direttore dell’Horse Friendly Arena di Verona. Viene definito l’amico dei cavalli in quanto è proprio questa sua passione ad avergli suggerito un cambiamento di vita. Racconteremo la sua storia in questo articolo, una storia che non può che essere un esempio per tutti.
La passione per i cavalli: elemento essenziale della sua vita
Umberto Scotti è stato da sempre un appassionato di cavalli. Questa sua passione l’ha accompagnato sin dai primi anni di vita. Ed infatti Umberto inizia a montare quando ha quindici anni e da allora è stato questa sua passione a definirlo.
Quello che più di tutti ha portato Umberto Scotti ad appassionarsi ai cavalli è stato il legame speciale che ha stretto con la sua prima cavalla, Giulia. È stato proprio questo incontro e questo rapporto a far accendere qualcosa in Umberto che, infatti, ammette che l’ha stregato.
A ciò si sono seguiti anche altri rapporti con i cavalli che quindi gli hanno fatto compagnia nel corso della vita. Grazie a questi rapporti ha intensificato l’amore per questo animale che quindi è diventato per Umberto un vero e proprio amico fedele. Tutta la vita di quest’uomo è stata caratterizzata dai momenti felici che trascorreva con i cavalli e cavalcando. Racconta, infatti, che erano quei momenti a farlo sentire vivo e a spazzare via tutta la tristezza che invece dominava le sue giornate.
Il grande passo verso il cambiamento
Proprio per tutte le motivazioni sopra elencate, Umberto ad un certo punto della sua vita prende una decisione decisiva e coraggiosa. Infatti si dimette dal suo lavoro, abbandona il lavoro di rivenditore di auto e decide di darsi una seconda possibilità.
Questa seconda possibilità ha quindi al centro proprio il cavallo e il rapporto che Umberto crea con esso. Infatti diviene cavallerizzo, intraprendendo una vera e propria carriera agonistica.
Quello che però diviene lampante, durante questo percorso, è un senso di insoddisfazione e di mancanza. Insomma nonostante la vicinanza al cavallo e quindi alla sua passione, Umberto sente che c’è ancora qualcosa che manca nella sua vita.
Questo diviene evidente quando incontra un famoso addestratore di cavalli americano che lui definisce “sussurratore di cavalli”. Ed infatti tale sussurratore insegna ad Umberto ad ascoltare i cavalli stringendo con essi un rapporto sempre più empatico e rispettoso.
Ed infatti Umberto non solo ha appreso questo nuovo metodo di approccio al cavallo ma ne è diventato portavoce. Infatti insegna come approcciarsi al cavallo in modo rispettoso; insegna che bisogna vederlo come un animale che vive in branco, molto collaborativo e che vive proprio per il suo branco. Ecco perché si tratta di un animale piuttosto empatico, che bisogna trattare con rispetto e bisogna fare in modo che voglia stare con l’umano.
Per riuscire in questo è necessario cambiare i vecchi metodi che spesso si utilizzano. Essi sono infatti dannosi in quanto non si ascolta il cavallo e le sue esigenze piuttosto si obbliga l’animale a fare qualcosa. Importante è quindi rispettare il cavallo affinché lui ci rispetti a sua volta e ci consideri un leader con cui si ha piacere a stare e a collaborare.
Da ciò quindi è nato il suo lavoro in cui egli addestra i neofiti e insegna loro a cavalcare ma in modo diverso. I cavalli vengono rispettati, ascoltati senza essere obbligati ad assecondare il cavallerizzo. Inoltre nell’ambiente di lavoro di Umberto i cavalli sono liberi di muoversi, non chiusi in box, proprio per rispettare le loro esigenze.
Un rapporto di rispetto e anche di cura reciproca. Il cavallo si prende cura dell’umano, curando le sue ferite, così come l’umano cura e rispetta il cavallo.
Il cavallo per Umberto Scotti è da sempre anche una cura, una terapia che fa bene al corpo e alla mente. Un modo per sostituire la psicoterapia per lui e per gli altri, bambini o adulti, come dichiara:
Chi ha problemi di deambulazione o è reduce da un trauma o un intervento e non ha l’uso delle gambe e va a cavallo, grazie al movimento ondulatorio è come se camminasse ancora.