I parchi nazionali sono luoghi che ci permettono di visitare gli animali nei loro ambienti naturali. Loro però come reagiscono alla nostra presenza? Nei parchi più grandi e famosi possono evitarci, ma in quelli più isolati e poco frequentati il loro comportamento cambia radicalmente.

L’Università di Washington ha condotto uno studio nel Glacier Bay National Park in Alaska. Un parco che si può raggiungere solo via mare o via aria ed è poco frequentato, ma ricco di fauna. Il team ha inserito 40 fotocamere con sensori di movimento in 10 diverse aree del parco. Un modo per analizzare il comportamento degli animali per due estati consecutive di fronte all’uomo.

Le riprese hanno individuato non oltre 5 animali a settimana. In pratica, lupi, orsi e alci evitano zone affollate. Se passano più di 40 persone a settimana le osservazioni si riducono a zero. Nelle aree invece meno visitate le osservazioni sono aumentate.

Ecco che basta un semplice avvicinamento dell’uomo per far cambiare le abitudini della fauna. La soluzione sarebbe concentrare le attività dell’uomo in aree ristrette dei parchi, in modo che il resto del parco rimanga indisturbato. Un metodo che renda più accogliente e naturale il parco o l’area per l’animale.