Facebook potrebbe essere costretto a vietare la condivisione delle notizie in Canada. Di mezzo c’è una proposta di legge che, su modello di quanto fatto in Australia, obbligherebbe i social network a pagare un compenso agli editori ogni volta che vengono diffusi i loro contenuti.
Meta sostiene che il legislatore canadese abbia frainteso i rapporti tra social network ed editoria. “Non è vero – scrive l’azienda in una nota – che Facebook riceve un vantaggio indebito dalla circolazione dei contenuti dei quotidiani». Il dibattito crea un inevitabile senso di dejà vu: le obiezioni mosse da Meta sono grossomodo le stesse che sollevò quando il parlamento dell’Australia discusse una legge dal tenore molto simile (poi approvata, senza grossi pregiudizi per le finanze di Meta).
Come già successo in Australia (e in misura minore in Europa), l’Online News Act obbligherebbe Facebook e Google a condividere una piccola parte dei loro ricavi con gli editori. Il legislatore sostiene che le piattaforme ottengano parte dei loro profitti (in un certo senso) ‘parassitando’ i contenuti dei quotidiani, che vengono ripresi dagli utenti o da servizi di aggregazione come Google News.
C’è dal vero, ma sarebbe ingenuo non guardare a questo genere di proposte per quello che sono: una sorta di compensazione per gli enormi svantaggi creati dai social, e più in generale dal web, al modello tradizione di distribuzione delle news dei grandi gruppi editoriali. Le vendite dei quotidiani – e di conseguenza i bilanci degli editori – sono in grave calo in tutto il mondo da diversi anni. I social, che hanno bombardato i lettori con milioni di contenuti d’informazione gratuiti, disabituandoli a pagare per l’informazione, c’entrano al meno in parte.
Una legge come l’Online News Act potrebbe iniettare nuova liquidità nella cassa degli editori, contribuendo a garantire la sopravvivenza dei media tradizionali. Che poi (come fatto dal legislatore canadese, e ancora prima da quello australiano) si voglia utilizzare un altro tipo di retorica come foglia di fico è un altro discorso.
Potremmo dover essere costretti a prendere in considerazione l’ipotesi di bloccare la condivisione delle notizie su Facebook, se l’Online News Act discusso dal legislatore canadese dovesse diventare legge
si legge in un comunicato pubblicato da Meta.
In passato sia Meta che Google avevano minacciato di oscurare alcuni loro servizi – tra cui la diffusione delle news – come forma di risposta all’approvazione di leggi simili all’ONA. Ma non è mai successo.
In Australia, ad esempio, Facebook aveva effettivamente bloccato la condivisione delle notizie da parte degli utenti, ma esclusivamente per un periodo di tempo limitato e come strumento di negoziazione per fare approvare alcuni emendamenti che hanno addolcito il testo di legge finale. Anche Google aveva discusso la possibilità di bloccare Google News in Australia, salvo finire per firmare un accordo con alcuni dei più importanti media australiani. Il sospetto è che anche in Canada le cose andranno a finire esattamente in questo modo: la legge passerà e Meta se ne dovrà fare una ragione.