Quando si parla degli animali è facile dire che in tante cosi si è simili e in parte questo è anche vero. Ci sono però anche delle differenze importanti, soprattutto se si parla di sviluppo.
La vita degli esseri umani sembra scandita, inevitabilmente, da alcune fasi di vita e di sviluppo. Il bambino nasce e, da quel momento, viene accudito e supportato dai propri genitori. Sono queste le figure che garantiscono la sopravvivenza del nuovo arrivato e che gli permettono di crescere.
Cosa diversa succede se si parla del mondo animale: come si vedrà qui di seguito, il mondo animale, per certi versi si distingue dal nostro. In cosa esattamente? Cercheremo di rispondere a questo interrogativo.
Il bambino e il suo sviluppo
Prendiamo in considerazione lo sviluppo del bambino per capire le differenze rispetto allo sviluppo degli animali e a come avviene. Durante la crescita, il bambino affronta sempre nuovi compiti che hanno a che fare con il suo sviluppo fisico e psicologico.
Dopo questa fase ciò che evidenzia un cambiamento netto tra ciò che il bimbo era e ciò che sarà è il passaggio alla vita adulta. Esso di solito avviene quando il figlio lascia il proprio nido e diventa autonomo. Questo momento, quindi, segna il passaggio alla vita adulta e quindi all’autonomia. Nel mondo degli umani questo sembra essere segnato sin da quando si nasce e tutti, più o meno con i propri tempi, lo rispettano.
Cosa accade nel mondo degli animali? Le tappe dello sviluppo seguono questo corso necessariamente? E cosa accade quando un animale decide di abbandonare il proprio gruppo di origine? Se ne parlerà in questo articolo, cercando di rispondere ad ogni domanda.
Il passaggio alla vita adulta nel mondo animale
Se il corso dello sviluppo sembra essere già segnato nel mondo degli umani, molto diverso è ciò che si vive nel mondo animale. Gli animali seguono sicuramente delle tappe diverse e, in un certo senso, anche in modo più veloce. Ad esempio molti mammiferi, come i cani, vengono distaccati dalla propria madre sin dalla nascita o comunque molto presto. In questo caso, infatti, di solito il distacco si ha sin da subito ossia dopo l’allattamento. Il cane spesso si stacca e prosegue la sua vita in modo autonomo.
Lo stesso sembra avvenire per alcuni felini come i gatti. Anche in questo caso molti gatti vengono distaccati dalla propria madre sin dopo l’allattamento. Nel caso di gatti randagi, può accadere che madre e figlio continuino a vivere nello stesso posto ma ciò non è necessario. Molto più frequente è che i vari gatti si perdano e seguano delle strade del tutto diverse. Ovviamente, questo varia anche in base alle razze degli animali.
Quello che sembra essere comune è che anche gli animali ad un certo punto debbano scegliere se continuare a vivere col gruppo d’origine oppure no. In questo caso, sicuramente entrano in gioco altri fattori come la sopravvivenza. L’animale, infatti, deve scegliere se continuare a fare branco oppure se unirsi ad altri e attaccare il proprio gruppo d’origine. Il modo in cui questo avviene dipende, però, dalla specie.
Uno studio interessante su animali e gruppo sociale
Un interessante studio è stato guidato dall’Università di Exeter, nel Regno Unito e includeva 17 Paesi. Nello specifico nello studio si è studiato il legame tra i vari animali appartenenti al gruppo sociale e come esso cambia nel corso della vita.
Tale studio ha incluso animali di sette specie di mammiferi ed è stato pubblicato su Nature. Le sette specie studiate sono le seguenti: manguste fasciate, tassi, orche, scimpanzè, iene maculate, babbuini gialli e macachi rhesus.
Sono state raccolte varie analisi accurate su cosa succede quando un animale entra nel mondo degli adulti. Da ciò si è cercato di creare un modello per predire come un mammifero si potrebbe comportare da grande.
Lo studio ha mostrato che un ruolo importante in questo ce l’ha il grado di parentela. Cosa significa? Se l’animale ha lo stesso patrimonio genetico dei componenti del gruppo sociale, è predisposto ad avere un legame. Ciò porta ad una maggiore cooperazione, a un maggior supporto e aiuto.
Nel caso in cui non ci sia parentela, si è predisposti a lasciare il gruppo d’origine. Chiaramente ciò è diverso in base alla specie. Si è visto, ad esempio, che gli scimpanzé tendono a restare nel gruppo, soprattutto i maschi. Molto più comunemente, invece, sono le femmine a lasciare il gruppo.
Diverso è, invece, il caso dei babbuini gialli, dei macachi rhesus e delle iene maculate che tendono a lasciare il gruppo sin da subito. Mentre le orche e le anguste di solito restano nel loro gruppo d’origine. Questo quindi ci porta a dire che effettivamente la specie può fare la differenza. Il fattore che però incide positivamente nel gruppo è proprio il patrimonio genetico. Chi condivide buona parte di esso, tende a collaborare di più e a supportare gli altri. Lo avresti mai immaginato?