Moda e sostenibilità: una coppia che può far bene, una consapevolezza che può cambiare tutto. Se si parla di moda sicuramente l’attenzione non può che  essere alta e arrivare alle stelle, come si suol dire. La mente può associare al termine moda il nome di diversi brand e marchi che sono all’avanguardia e che permettono di sfoggiare davvero di tutto.

Sarebbe bello se al termine moda si potesse associare in modo così automatico anche un’altra parola: la sostenibilità. Insomma sarebbe non solo bello, ma anche benefico e si potrebbero ricavare non pochi vantaggi. Sicuramente per dare all’ambiente l’importanza che ha e che spesso non gli riconosciamo.

La sostenibilità e i vari ambiti

Una delle tematiche che oggi trovano ampia discussione e confronto è quella del mondo green ed ecologico. Oggi tutto si trasforma secondo una chiave sostenibile con lo scopo ultimo di tutelare e preservare l’ambiente.

Oggi la sostenibilità è diventata una missione in vari ambiti. Sicuramente si parla di sostenibilità in ambito alimentare con azioni attive contro lo spreco alimentare. A ciò si aggiungono anche vari ambiti come anche quello industriale ad ampio raggio. Ogni azione è volta a limitare gli sprechi di risorse importanti e di bene del nostro Pianeta.

La sostenibilità è anche un concetto che sta prendendo piede nel mondo dell’abbigliamento. Oggi si è più attenti ai capi che si acquistano e, soprattutto, alle aziende che li producono. Sono molti coloro che decidono di acquistare in modo responsabile. E a ciò si aggiungono una serie di aziende che decidono di produrre capi da materiali riciclati.

Sicuramente questo appare inconciliabile con l’alta moda. In realtà si tratta di una vera propria rivoluzione perché anche il mondo dell’alta moda sta cambiando. Sono tanti, infatti, i brand luxury che decidono di produrre capi in modo sostenibile.

In questo articolo cercheremo di svelare tutti i dubbi rispetto a questa insolita accoppiata. Si parlerà, quindi, del lato green dell’alta moda.

La moda: non solo bellezza

Il mondo della moda affascina molti di noi. Esso è visto come un mondo dove la tendenza la fa da padrone e in cui spesso si osa. I capi che vengono prodotti sono sempre diversi ed è anche questa vastità che permette poi il successo dei vari brand. Tutti cerchiamo qualcosa di diverso da sfoggiare e, quindi, i brand di questo tipo si impegnano per dare sempre nuovi capi.

Tutto questo però ha un costo soprattutto dal punto di vista dell’inquinamento. La produzione sfrenata di capi, infatti, comporta dei costi non indifferenti. Secondo il Fashion on Climate l’industria della moda di tutto il Mondo ha prodotto circa 2,1 miliardi di tonnellate di emissioni di gas e solo nel 2018. Si parla quindi di circa il 4% dell’emissioni totali.

La produzione di queste emissioni avviene a vari livelli. Molte si hanno a causa della produzione a monte quindi della produzione dei materiali e della loro lavorazione. Per questa fase si stima che le emissioni di gas serra sia del 70% del totale. Il resto avviene nelle fasi successive come le operazioni di vendita e per la fine dell’utilizzo. Quindi parliamo di emissioni davvero importanti e che incidono negativamente sul nostro Pianeta.

La moda che cambia: l’indice green

Il mondo della moda, però, ultimamente sta cambiando anche e soprattutto a fronte di questi dati allarmanti. Oggi anche in questo ambito, emblema dell’eccesso, si collocano varie realtà che fanno della sostenibilità la loro missione.

Importante, quindi, è conoscere queste realtà per supportarle e per avere a mente ciò che effettivamente è la loro azione. Ecco che in questo scenario si collocano varie realtà che valutano la sostenibilità dei vari brand della moda.

Tra di essi c’è proprio Standard Ethics. Si tratta di un’agenzia che valuta la sostenibilità. A tale scopo, quindi, è stata promossa la pubblicazione, nei primi mesi del 2023, di un vero e proprio indice green. Esso si chiama SE European Fashion&Luxury Index e ha come scopo quello di fornire una visione totale del livello di sostenibilità nel modo della moda luxury.

Sono circa quaranta le aziende candidate per la ricezione di questo indice e saranno giudicate secondo vari criteri. Innanzitutto si giudicherà l’approccio complessivo alla sostenibilità ad ampio raggio. Nello specifico si analizzerà l’approccio sia per ciò che riguarda i prodotti sia per le filiere.

Insomma in questo modo le varie aziende saranno valutate ma soprattutto si comprenderanno i progressi attuati. Inoltre ci si potrà confrontare con gli altri marchi e comprendere cosa si potrà fare per migliorare.

Tra i vari brand che rientrano tra quelli selezionati sono presenti anche quelli italiani. Tra di essi possiamo ritrovare Brunello Cucinelli, Prada, Salvatore Ferragamo, Geox e Tod’s Group. A ciò si aggiungono anche i vari marchi internazionali come Moncler, Hugo Boss, Adidas, Puma e anche Burberry. Saranno quindi marchi di vero luxury ad essere valutate e a poter ricevere l’indice green a livello euroepo.