È l’Orsa maggiore o il Piccolo Carro? Ah no, è un annuncio pubblicitario della Pepsi! Un domani la pubblicità potrebbe invadere perfino i cieli notturni: ci stanno lavorando i ricercatori dell’azienda russa Skoltech in concerto con quelli del Moscow Institute of Physics and Technology (MIPT). L’idea? Utilizzare i piccoli satelliti cubesat per creare dei coreografici giochi di luce e trasmettere loghi o messaggi pubblicitari dal cielo.
Il vantaggio è che i satelliti non sono fissi, ma si spostano nel tempo: i messaggi pubblicitari potrebbero dunque sorvolare città diverse, raggiungendo tutto il mondo. I ricercatori hanno calcolato che le pubblicità così create rimarrebbero visibili da un preciso punto di osservazione per circa 1 minuto, per poi passare alla città successiva.
Per cambiare formazione i satelliti impiegherebbero appena 30 secondi, sarebbe quindi possibile mostrare messaggi e immagini diversi in modo relativamente semplice.
Il business della pubblicità dallo Spazio potrebbe essere estremamente redditizio
I ricercatori di Skoltech immaginano piccole formazioni composte da 50 cubesat l’una. 50 satelliti in formato 12U, cioè con dimensioni da 20 x 20 x 34,05 cm. Quanto all’orbita, sono state individuate due possibili quote: 568km o 895km.
L’operazione, chiaramente non è economica ma i ricercatori sono convinti che questo nuovo mercato della pubblicità dallo Spazio abbia un enorme potenziale. I costi per installare una singola formazione di satelliti dovrebbero aggirarsi attorno ai 65 milioni di dollari, ma l’azienda si aspetta di generare ricavi per circa 2 milioni di dollari al giorno.
In poco meno di 100 giorni, una singola formazione di satelliti Cubesat potrebbe generare utili netti per 111,6 milioni di dollari. Idealmente – grazie alla facilità con cui è possibile passare da una coreografia all’altra – sarebbe possibile stringere accordi pubblicitari con 24 clienti diversi.
Ma la politica starebbe a guardare?
Per essere possibile, dunque, sembra possibile, resta da capire cosa avranno da ridire le istituzioni e gli enti internazionali. Recentemente la NASA aveva manifestato forti preoccupazioni per il crescente interesse per l’installazione di nuovi satelliti da parte dei privati. Si parlava di Starlink, ma a maggior ragione le perplessità rimarrebbero valide per questa nuova forma di pubblicità. «Il rischio – si leggeva in una nota dell’agenzia inviata alla FCC – è quello di quintuplicare il numero di oggetti che viaggiano al di sotto dei 600 Km, e un aumento di questa portata nelle bande di altitudine interessate dal progetto comporta, intrinsecamente, maggiori rischi di eventi di collisione».
«Inviare ancora più satelliti nello Spazio creerebbe maggiori possibilità di collisione e di certo non vogliamo che questo accada», ha confermato alla CNBC John Crassidis, ingegnere aerospaziale e docente della Università di Buffalo. «La mia preoccupazione più grande è che questi oggetti diventino presto spazzatura spaziale».
E poi ci sono le posizioni degli astrofili e dei ricercatori, preoccupati dal fenomeno dell’inquinamento luminoso. Anche per questo motivo, i ricercatori valutano la possibilità di mostrare le pubblicità esclusivamente all’alba o al tramonto. Inoltre – rassicurano – le pubblicità verrebbero mostrate esclusivamente nelle grandi città, che sono già interessate da un forte inquinamento luminoso.