La scalata sull’Himalaya sta diventando sempre più pericolosa come dimostra anche la morte dell’alpinista americana Hilaree Nelson. Gli esperti e le guide additano come colpevoli l’attrazione crescente del rischio tra turisti e alpinisti, spesso inesperti e i cambiamenti climatici.

Le vette più conosciute della catena montuosa dell’Himalaya sono concentrate nel Nepal e tra il 18950 e il 2021 sono stati registrati 1042 decessi, 405 dei quali avvenuti dopo il 2000. Un terzo dei decessi, secondo i dati, è causato da valanghe, un terzo dalle cadute.

Secondo uno studio del 2019 i ghiacciai Himalayani si stanno sciogliendo due volte più velocemente rispetto al secolo scorso, mentre un altro studio del 2022 ha mostrato che l’assottigliamento dello strato di ghiaccio era 80 volte più veloce del tempo necessario per la sua formazione.

Non ci sono ancora studi che facciano riferimento ai cambiamenti climatici e ai crescenti rischi a cui gli alpinisti sono esposti, anche se gli stessi scalatori hanno notato dei dettagli quali l’acqua che scorre lungo pendii che, in precedenza, erano coperti di neve o l’allargamento dei crepacci. per gli esperti, gli incidenti letali colpiscono principalmente i turisti inesperti che si avventurano in quelle zone.

Prevedere come si evolveranno i ghiacciai è sempre più difficile e stanno aumentando sempre di più i rischi di valanghe.

Indossare ramponi da neve sul ghiaccio e sulle rocce che si stanno assottigliando può essere particolarmente pericoloso. Il manto nevoso è molto inferiore. Temo che le montagne saranno solo rocce nelle prossime generazioni

Sanu Sherpa, alpinista nepalese