Il tampone molecolare ha avuto un ruolo molto importante nella diagnosi per il Covid-19 nei due anni di pandemia, ma il suo ciclo vitale (produzione, trasporto, utilizzo e smaltimento) ha un impatto ambientale non indifferente. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Environmental Science & Technology.
Un gruppo di ricercatori ha analizzato l’impatto sull’ambiente che ha un tampone molecolare. Si è stimato che, nel suo ciclo vitale, un tampone molecolare produce oltre 600 grammi di gas inquinati, pari a circa la metà della quantità degli stessi emessa giornalmente in seguito al consumo di elettricità di un cittadino cinese.
Nel marzo 2022 Shanghai è stata messa sotto un rigidissimo lockdown in seguito alla comparsa di un nuovo focolaio di Covid e i cittadini sono stati sottoposti tutti al test. A Shenzen è ancora oggi richiesto che si faccia un tampone ogni 24, 48 o 72 ore.
La Cina, secondo OurWorldInData, ha effettuato più di 9 miliardi di tamponi da inizio pandemia rilasciando nell’atmosfera non meno di 5,4 milioni di tonnellate di gas serra. Secondo i calcoli fatti un singolo tampone è responsabile dell’emissione di 612,9 grammi di gas serra, principalmente anidride carbonica e un po’ di metano. Il 71,3% di questi gas sono rilasciati nella fase più inquinante che è quella dello smaltimento.
Questi dati però, secondo gli scienziati, potrebbero essere ancora maggiori perché non si è potuto calcolare l’impatto che ha il trasporto dei tamponi dai centri medici agli impianti di smaltimento.