La dieta mediterranea è patrimonio culturale e immateriale dell’UNESCO dal 2010. È un modello di nutrizione salutare fatto essenzialmente da olio d’oliva, noci, legami, verdure, cereali integrali, frutta secca o fresca. Inoltre, anche di pesce, latticini, carne e vino rosso. L’obiettivo mondiale è quello di garantire un’alimentazione sana e sostenibile per tutti. La dieta mediterranea è infatti salutare ed equilibrata. Si mira a far diventare la dieta mediterranea uno stile alimentare globale. Anche in quei paesi in cui determinati prodotti non si trovano a causa di clima e cultura.

Nasce così un nuovo regime alimentare con inclusi cibi autoctoni opzionali a quelli mediterranei. L’innovativa dieta sarà la Planeterranea. Un progetto di ricerca elaborato dalla Cattedra Unesco di Educazione alla salute e allo sviluppo sostenibile dell’Università Federico II di Napoli. Questo nuovo regime identifica alimenti simili a quelli della dieta mediterranea a livello nutrizionale.

Due preziose fonti trovabili in Canada fatte di acidi grassi monoinsaturi e fitosteroli sono olio di canola e noci pecan. In Asia si trovano sesamo e soia, ricchi di bioattivi e sostanze antiossidanti. La noce di macadamia in Australia con caratteristiche antiossidanti e antinfiammatorie. Da citare anche alcuni vegetali come la prugna di Davidson, il finger lime, il bush tomato, la bacca di pepe. Sono tutti ricchi di vitamine, flavonoidi e minerali, quindi simili ad alimenti che fanno parte della mediterranea.

Inoltre, uno stile alimentare simile alla dieta mediterranea riduce i rischi di fragilità negli anziani. Uno studio ha esaminato i dati di oltre 3mila adulti di età pari o superiore a 50 anni per vedere l’associazione tra dieta e fragilità. I risultati hanno attestato che quelli con uno stile alimentare più simile alla mediterranea avevano un 3% inferiore di probabilità di sviluppo di fragilità. Il consumo di carotenoidi (vitamina A) prevede una riduzione di rischio di fragilità. Le vitamine E e C non hanno alcuna efficacia sulla fragilità.