Se la temperatura globale dovesse aumentare di 1,5°C rispetto a quella del periodo preindustriale ci sono 16 diversi possibili scenari da cui non si può tornare indietro. Cinque di questi sembrano però essere veramente vicini, come lo scioglimento dei ghiacci, lo stop della corrente marina del Labrador e la scomparsa dei coralli.

Una ricerca pubblicata su Science, condotta da ricercatori dell’Università di Exeter coordinati da David Armstrong McKay, ha identificato questi 16 eventi critici basandosi sulla revisione di oltre 200 articoli pubblicati dal 2008 a oggi. Si trattano di veri e propri punti di non ritorno che potrebbero verificarsi, ma cinque di questi sono indicati come molto vicini.

Gli equilibri del pianeta vengono alterati progressivamente a causa del riscaldamento globale. Alcuni di questi sono più resistenti di altri, ma prima o poi possono essere spezzati. La revisione degli studi degli ultimi 14 anni ha permesso di identificare il valore di temperatura oltre cui questi eventi si verificheranno ma anche i punti precisi sul pianeta in cui questi avverranno.

In alcuni punti del pianeta siamo già vicini al rischio di raggiungere il punto di non ritorno e man mano che le temperature globali aumentano i punti di non ritorno aumentano. Eppure la possibilità di superare i punti critici può essere ridotta se immediatamente si cominciassero a tagliare le emissioni di gas serra.

Armstrong McKay.

 

 

 

Se la temperatura globale dovesse crescere di 1,5°C rispetto a quella del periodo preindustriale si rischia di perdere le piattaforme di ghiaccio della Groenlandia e dell’Antartide occidentale, le enormi aree di permafrost nordamericane, la corrente nel Mare del Labrador e gran parte delle barriere coralline tropicali.

Questi scenari sono resi realistici dalle rilevazioni del Copernicus Climate Change Service (C3S) secondo cui l’estate del 2022 è stata le più calda degli ultimi 20 anni.