Il rischio di avere un ictus è scritto in parte nei nostri geni. Esiste una sequenza di Dna che determina il nostro gruppo sanguigno. Per il gruppo A il rischio di avere un ictus prima dei 60 anni è più alto. Per il gruppo 0 invece il rischio è ridotto per tutta la vita.

I ricercatori americani durante una loro analisi hanno cercato la presenza di varianti genetiche associate al rischio di avere un ictus. La variante genetica è racchiusa nei geni che determinano il gruppo sanguigno di appartenenza. Si è attestato che un maggiore rischio di ictus a esordio precoce è presente nelle persone con gruppo sanguigno A con un aumento del 16%. Poi una prevalenza lievemente aumentata del gruppo B tra i pazienti colpiti da ictus. Infine, invece nel gruppo 0 un effetto di riduzione del caso del 12%. Il rischio di ictus vale sia prima che dopo i 60 anni.

La spiegazione dell’alto rischio di ictus nel gruppo A sembra sia data dalla formazione di coaguli caratteristici di tale gruppo sanguigno. Una maggiore propensione di sviluppare ischemie nei vasi che portano il sangue al cervello causando ictus ischemico.

 

Questo lavoro approfondisce la nostra conoscenza dei fattori che determinano lo sviluppo degli ictus a esordio precoce. Approfondendo queste conoscenze con ulteriori ricerche potremmo sviluppare strategie di prevenzione mirate alle persone più a rischio, che si tradurrebbero in una minore incidenza di disabilità in una fase estremamente produttiva della vita delle persone.

Jennifer Juhl Majersik, neurologa dell’Università dello Utah