Torna il vuoto a rendere, un sistema di riciclo che rappresenta una buona pratica. Si tratta di restituire al fornitore una bottiglia o un altro contenitore di vetro vuoto per il suo riutilizzo dopo opportuna igiene e pulizia. Quarant’anni fa, si comprava una bevanda contenuta in una bottiglia di vetro pagando una cauzione, riscattandola con la restituzione della bottiglia o comprandone una nuova. Ecco che poi l’omino delle consegne ritirava i vuoti a rendere. Poi in Italia tale metodo si è perso.

In Germania attualmente si è consolidato il sistema di raccolta di bottiglie di vetro usate. Il consumatore viene invogliato ad aderire a vuoto a rendere con il pagamento di una cauzione di 8 centesimi in più all’acquisto. Ciò gli viene restituito con la resa indietro della bottiglia. Tale ciclo funziona.

In Italia c’è scarsità di materie prime nel settore delle conserve, del vino, del vetro per le bottiglie e dell’imballaggio. Anche in Italia il vuoto a rendere potrebbe essere la soluzione giusta. I vantaggi del vuoto a rendere sono tanti. Riduce le emissioni di CO2, oltre che risparmiare sull’uso delle materie prime. Ci saranno meno rifiuti prodotti e si abbatterà il littering, ovvero i rifiuti abbandonati nelle aree pubbliche o del loro scorretto smaltimento. Il vetro ha il vantaggio di poter essere riciclato all’infinito, a emissioni zero con importanti input per l’economia circolare.

Tra le birre il marchio Ichnusa aveva rilanciato il vuoto a rendere con una linea green di bottiglie con tappo verde e scritta ambientalista. Il vuoto a rendere permette di ridurre di oltre un terzo le emissioni di gas a effetto serra. Inoltre, con un numero ridotto di bottiglie da smaltire e differenziare.

Anche il marchio Peroni ha rilanciato il vuoto a rendere. Ha bottiglie riportanti la scritta UNI (universali), più resistenti, dal colore verde riconoscibile e con l’icona del riciclo. Per le acque, la Levico utilizza bottiglie di vetro con vuoto a rendere. Sono riutilizzabili fino a trenta volte e riciclabili al 100%. L’azienda, inoltre, ha un nuovo impianto dell’azienda con un risparmio del 70% dell’acqua di lavaggio (recuperata e riutilizzata). Anche la marca Frisia ha bottiglie in vetro con tappi in alluminio riciclabile ed etichette ecologiche in carta certificata.