Rinvenuto il secondo giacimento al mondo di terre rare in Turchia. Ben 17 materiali essenziali per costruire batterie per veicoli, telefoni, pannelli solari e turbine eoliche. Un evento importante per passare all’economia sostenibile.
Da ricordare che le terre rare non sono rinnovabili ed estrarle prevede un elevato impatto ambientale. Meglio puntare non solo su nuovi giacimenti, ma sul riciclo dei minerali già usati. I 17 materiali non sono rari perché comuni in natura. I minerali ritrovati essendo vicini alla superficie del terreno permetterebbero un’estrazione meno impattante.
Dei 17 elementi rari conosciuti, saremo in grado di produrne 10 qui.
Fatih Donmez, ministro turco dell’Energia e delle risorse naturali
Il primo grande giacimento di terre rare di 800 milioni di tonnellate di minerali resta con il suo primato a Baotou, in Cina. Pechino detiene il 58% di terre rare a livello mondiale. Ora invece al secondo posto c’è la Turchia con 694 milioni di tonnellate sottoterra.
Le terre rare oltre che importanti in ecologia, sono utili anche per l’evoluzione di settori come biomedicina e aviazione. Avere a disposizione quantità maggiori di tali minerali significa poter produrre prodotti altamente tecnologici per le loro grandi capacità magnetiche e di conduzione. Un modo per realizzare batterie sempre più comode e portatili.
La Turchia sfrutterà tale scoperta per ridurre il ruolo della Cina sulla produzione di questi materiali. La maggiore disponibilità di questi minerali rappresenta un input verso il passaggio all’elettrico, soprattutto in settori molto inquinanti. Inoltre, con più disponibilità di tali materiali ci dovrà essere una riduzione dei prezzi dei dispositivi creati con essi.