I pollini hanno avuto un considerevole aumento della loro durata, tutto a causa delle luci notturne artificiali cittadine. Chi soffre delle allergie al polline lo sa bene. La primavera è il vero incubo di chi soffre per la copiosa presenza di pollini nell’aria. Si presentano occhi rossi e lacrimosi, starnuti a non finire e riniti allergiche.

Questo però è risaputo, dall’altra magari invece le persone non sanno che la stagione dei pollini dura di più per un motivo ben preciso. La risposta si racchiude nelle luci artificiali notturne delle città che influiscono sulla vita delle piante e i loro ritmi circandiani. Una parolona che in termini più semplici indica la regolazione del sonno e la veglia delle piante in relazione alla luce solare.

 

L’impatto è significativo. Negli Stati Uniti la luce artificiale anticipa notevolmente gli eventi fenologici (relativi allo sviluppo delle piante, ndr) primaverili e ritarda quelli autunnali. Entro la fine del secolo l’emissione annuale di polline probabilmente crescerà del 16–40 per cento considerando le sole variazioni di piogge e gradi centigradi.

Yuyu Zhou, uno degli autori dello studio

 

 

Lo studio è stato pubblicato su PNAS Nexus. In pratica, le tradizionali stagioni risentiranno di tutto questo. La primavera anticiperà di 10-40 giorni e durerà dai 2-19 giorni in più.

 

Respiriamo una miscela di pollini di periodi dell’anno diversi. Pensiamo ancora in termini di inverno e primavera, invece assistiamo sempre più di frequente a ondate di freddo improvvise. Non è detto che ci siano più pollini, ma ci sarà senz’altro un clima che darà fastidio ai soggetti allergici. È probabile che in futuro la primavera sarà sempre più secca e che certe piante non fioriranno più.

Renato Ariano, responsabile di Aaito, associazione formata da allergologi e immunologi

 

 

Insomma, le stagioni polliniche si accavallano. Basta pensare che in passato le querce rilasciavano il polline prima della betulla.