Alcuni esperimenti in Cina attestano risultati che dimostrano come i suoni intensi agiscano sul sistema nervoso dei topi con effetto positivo inducendo sollievo dal dolore. Da almeno 50 anni è risaputo che la musica e diversi tipi di suoni possiedono effetti analgesici sugli umani. La musicoterapia è usata talvolta per diminuire il dolore dopo un’operazione o durante interventi di chirurgia.
Gli studiosi però devono dare un’ulteriore spiegazione, perché il meccanismo che produce tali effetti non è ancora del tutto chiaro. Non si sa ancora se la risposta sia la sola musica oppure se ci siano in gioco processi più complessi. In modo da dare una spiegazione al rilassamento e alla riduzione dello stress.
Nuovi test sui topi pare indichino che la chiave di lettura sia associata all’intensità dei suoni. In più, soprattutto alla loro capacità di attivazione di particolari circuiti neurali. Gli studiosi hanno preso in esame alcuni topi, inducendo loro un dolore a una zampa. Hanno sottoposto gli animali a tre tipi di suoni: musica classica, un nuovo arrangiamento “disarmonico” dello stesso brano e per ultimo a un rumore bianco.
La registrazione dell’attività neurale dei topi è stata fatta in tempo reale. Si è svolta tramite una fusione di metodi d’indagine, da test comportamentali a tecniche di imaging. È venuto fuori che i tre tipi di suono, se riprodotti a bassa intensità a confronto del rumore di fondo (un sussurro), sono stati efficaci. In effetti, hanno diminuito la sensibilità al dolore nei topi.
Gli esperimenti hanno scoperto che i circuiti neurali sono coloro che attivano questo meccanismo. Inoltre, consigliano un compito “diretto” dei suoni nel produrre effetti di sollievo. Negli umani tali processi sono più complicati rispetto agli animali. La nuova scoperta però apre ulteriori eventuali percorsi di studio su come i suoni influenzino il cervello. Un metodo utile per trovare anche più applicazioni in ambito clinico.