Marvel Studios non hanno di certo bisogno di presentazioni. La Marvel vanta più di 10 anni di produzione cinematografia alle spalle e fan provenienti da ogni parte del mondo e di ogni età. La forza dei prodotti firmati MCU risiede nella diversificazione. Ogni prodotto MCU appartiene a un genere cinematografico diverso, nonostante i protagonisti delle storie siano sempre i supereroi. Eroi prima prevalentemente uomini bianchi mentre ora, finalmente, la rappresentazione e l’inclusione sono entrate definitivamente a far parte dei tratti distintivi di casa Marvel.
Forse potrebbe sembrare banale oppure non rilevante constatare l’evoluzione dal punto di vista dell’inclusività dell’universo Marvel, invece è di vitale importanza e non è assolutamente scontato. Esistono diversi franchise apparentemente inclusivi ma che in realtà fingono soltanto di esserlo. Molti prodotti soddisfano le richieste di essere politicamente corretti inserendo nel loro cast o nella loro troupe persone appartenenti a gruppi minoritari, designato loro pero ruoli marginali e non di primo piano.
Persino l’Academy ha preso posizione in merito alla necessità di aumentare la rappresentazione etnica e di genere nei film meritevoli di essere candidati agli Oscar. Una decisione che ha fatto sicuramente discutere ma che è indice della necessità di stimolare le case cinematografiche sia ad aumentare la rappresentanza nei prodotti che a rendere la presenza inclusiva non di contorno.
I Marvel Studios hanno iniziato, non da troppi anni, il loro percorso verso una maggiore rappresentazione. Da film destinati prevalentemente ad un pubblico maschile, con un cast formato quasi solo da uomini bianchi, la Marvel è riuscita quasi a ribaltare le sorti iniziali. Da Iron Man a Ms. Marvel ecco il percorso dei Marvel Studios verso una maggiore rappresentanza etnica e culturale.
I primi passi dell’MCU
La Marvel cinematografica ha scelto di aprire il proprio universo con Iron Man, uno dei personaggi più importanti dell’universo fumettistico di casa Marvel ma non di certo il più iconico. Ovviamente la decisione non era semplice e non potevano di certo partire da Spider-Man data la recente trilogia di Raimi e la mancanza dei diritti di sfruttamento live action del personaggio.
Robert Downey Jr. si è dimostrato l’attore giusto per avviare l’MCU. La scelta di puntare sull’attore di Sherlock Holmes è stata un rischio bello e buono. Downey Jr. doveva rilanciare la sua carriera ormai sul punto di tramontare a causa di diverse problematiche caratteriali e non solo. Kevin Feige ha puntato tutto sul carisma dell’attore e sulla sua capacità di persuasione. La scelta si è dimostrata vincente.
Iron Man è stato un successo e l’universo Marvel ha iniziato a compiere i suoi primi passi. Grazie a Robert Downey Jr. tanti attori, noti e non, hanno accettato contratti pluriennali con i Marvel Studios, Chris Evans tra tutti. Non era certamente facile legarsi ad una major per almeno cinque o più anni. Le probabilità di restare imbrigliati nel personaggio MCU erano e sono tutt’ora molto elevate, fortunatamente quasi tutti gli attori hanno saputo gestire al meglio la loro immagine associandosi anche ad altri franchise o ad altre pellicole degne di nota. Forse proprio solo Robert Downey Jr. ha sofferto maggiormente l’inevitabile associazione tra attore e personaggio.
Dopo Iron Man il passo verso la formazione degli Avengers è stato breve. Peccato che i 6 eroi originali fossero in prevalenza uomini, solo Black Widow interpretata dalla bellissima e bravissima Scarlett Johansson figurava tra le quote rosa. Il percorso della Vedova Nera, inoltre, non è stato privo di stereotipi e stilemi che ormai dovrebbero appartenere solo al passato.
Black Widow, dalla sua introduzione al meritato film in solitaria
Natasha Romanoff viene introdotta nell’MCU nel secondo capitolo dedicato ad Iron Man. Sotto le sembianze di una segretaria intenzionata a sedurre il capo si infiltra all’interno della Stark Intustries per supervisionare ed evenutalemente assistere Tony Stark.
Natasha è la spia migliore al servizio dello SHIELD, peccato che i Marvel Studios abbiano scelto di presentare al grande pubblico per la prima volta il personaggio utilizzando il classico stereotipo, per quanto fittizio in questo caso, della segretaria sexy. La Vedova Nera è rimasta imbrigliata per anni nel ruolo della donna sempre affiancata da un uomo più potente di lei.
La storyline di Natasha non è stata sviluppata a dovere, solo quando ormai era troppo tardi i Marvel Studios hanno deciso di rendere protagonista il personaggio femminile più popolare ed amato dell’MCU. Una sorta di consolazione post morte. Un saluto doveroso e necessario ad un personaggio che tanto ha donato alla Marvel e poco ha ricevuto in cambio.
Se ci soffermiamo anche solo qualche istante a ripercorrere il cammino di Natasha Romanoff lungo i vari film MCU possiamo facilmente constatare che all’eroina è stato sempre associato un interesse romantico differente. Da Tony Stark a Steve Rogers in Captain America The Winter Soldier fino ad arrivare alla storia mai sbocciata con Bruce Banner. In sostanza in casa Marvel non sapevano come gestire Natasha e non hanno mai avuto il coraggio di realizzare la bellissima storia d’amore dei fumetti tra la Vedova e i Soldato d’Inverno. Chissà che Kevin Feige non stia pensando di ritornare sui suoi passi e regalare alla nuova Vedova, Yelena, la storia d’amore che la sorella non ha mai avuto.
Grazie a Black Widow, film del 2021, Scarlett Johansson ha avuto la possibilità di donare tutte le sfumature al suo amato personaggio. Natasha in Black Widow è l’assoluta protagonista della storia, non ha più finalmente bisogno (nemmeno prima lo aveva ma secondo i Marvel Studios a quanto pare si) di nessun uomo ad assisterla. Natasha è la sorella che non chiede affetto, pur avendone bisogno, ma lo dona incondizionatamente, è la Vedova Nera migliore del KGB pronta a salvare le sue compagne vittime di torture psichiche. Natasha nel film è quasi overpowered ma in fondo, dopo tanti sacrifici e fatiche, la scelta appare come ultimo saluto all’eroina ed un lungo ringraziamento.
Black Panther segna il definitivo cambio di rotta
I Marvel Studios finalmente nel 2018 portano sul grande schermo Black Panther, prima pellicola Marvel con protagonista un eroe proveniente dall’africa. Chadwick Boseman è T’Challa, il principe e poi re del Wakanda, stato florido situato segretamente in Africa. Il film è stato i grado di conquistare pubblico e critica fino ad arrivare alle nomination nella categoria miglior film agli Oscar del 2019 in cui ha vinto ben 3 statuette.
Black Panther è il primo cinecomic ad aver un cast quasi totalmente dalla pelle scura. Molti, senza comprendere a pieno i messaggi del film, hanno accusato Black Panther di essere un film razzista quando in realtà è l’esatto opposto. La pellicola grida rappresentazione e volontà di parità sotto tutti i punti di vista.Per la prima volta assistiamo ad un esercito tutto femminile, le Dora Milaje, potenti guerriere al servizio del popolo del Wakanda.
Black Panther ha segnato il ritorno massiccio del popolo africano in sala. In Africa i biglietti per accedere alla sale costano davvero eccessivamente ma la voglia di vedere il film ha superato le remore. La pellicola è stato un successo al botteghino internazionale procurato nella casse di Disney ben oltre 1 miliardo e 300 milioni di dollari.
T’Challa sarebbe stato tra i futuri, se non il futuro, leader della nuova formazione degli Avengers post EndGame. Purtroppo non vedremo più il personaggio sullo schermo a causa della prematura scomparsa di Chadwick Boseman. Black Panther Wakanda Forever sarà un film completamente diverso rispetto a quando era originariamente previsto, la pellicola omaggerà Boseman e non sostituirà T’Challa. I Marvel Studios hanno scelto, nel rispetto della vittima, di non affidare il ruolo ad un altro attore. Fino ad oggi vige il massimo riserbo circa la trama del sequel di Black Panther, forse solo durante il SDCC riusciremo a scoprire qualcosa in più sull’attesissimo film. Per ora non ci resta che sperare per il meglio.
Da Captain Marvel a Scarlet Witch ecco le protagoniste femminili delle nuove fasi dell’MCU
Come vi ho già più volte ripetuto la Marvel cinematografica ha aperto i battenti con un cast prevalentemente maschile. Poco spazio alle eroine femminili, lasciate rilegate ai margini della storia. La prima donna ad avere un film interamente a lei dedicato è stata Carol Danvers interpretata dal premio Oscar Brie Larson.
Il film ha superato il miliardo al botteghino mondiale, chiaro segnale della volontà di vedere sempre più donne protagoniste degne e ben sviluppate di un cinecomic. Captain Marvel, complice l’uscita ravvicinata di Avengers EndGame, ha catturato fin da subito la curiosità dei fan e l’eroina, che piaccia o meno, è entrata nel cuore di milioni di spettatori collocandosi quasi subito tra gli eroi simboli dell’MCU.
Sicuramente il film non è tra i migliori di casa Marvel, il supporto di Samuel L. Jackson è stato fondamentale per la pellicola, che difficilmente avrebbe soddisfatto senza di lui. Carol Danvers non è tra le più socievoli eroine del pianeta ma, come abbiamo già potuto notare da alcune piccole scene dopo i titoli di code, gli sceneggiatori Marvel hanno già aggiustato il tiro.
The Marvels, sequel di Captain Marvel, uscirà nelle sale durante l’estate 2023. Le protagoniste saranno tutte donne: Carol Danvers (Brie Larson), Monica Rambeau (Teyonah Parris) e Kamala Khan (Iman Vellani). Un cast variegato e multietnico. Tutte le protagoniste sono legate alla Danvers ma ognuna ha una storia di vita profondamente diversa. Non ci resta che scoprire come si riuniranno e quale sarà la minaccia da sconfiggere.
Non è un caso che il prodotto più simbolico della fase 4 dell’MCU sia WandaVision. Lo show con protagonista Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) e Visione (Paul Bettany) è simbolo di novità, cambiamento e desiderio di sperimentare. La scommessa è stata vinta, WandaVision è la serie Disney+ Marvel più apprezzata.
Tematiche profonde e mai banali, personaggi del passato che ritornano e nuovi ed avvincenti enigmi sono le frecce all’arco della storia della strega scarlatta. Finalmente dopo anni di richieste i Marvel Studios hanno accontentato i fan regalandogli un prodotto interamente dedicato a Wanda Maximoff. La giovane eroina di Sokovia è la protagonista assoluta del suo show. Ora possiamo anche chiamarla con il suo alias fumettistico. Peccato per il trattamento che le è stato riservato nel sequel di Doctor Stranger, film che rompe leggermente il magico percorso di crescita personale avvenuto in WandaVision.
Ora senza dubbio Scarlet Witch è il personaggio femminile più popolare tra le fila dell’MCU. Da tempo si specula circa la possibilità di realizzare un film sequel di WandaVision incentrato su Wanda, dati i risultati di Strange 2 e della serie original Disney+ direi che il progetto potrebbe presto concretizzarsi.
Per nuove eroine alla ribalta sul grande schermo e vecchie conoscenze che finalmente ottengono il loro spazio, ecco nuove leve che fanno i primi passi nell’universo Marvel. Grazie a Black Widow, Loki, Hawkeye e Ms. Marvel abbiamo avuto la possibilità di conoscere in salsa live action nuove intriganti donne dell’universo fumettistico Marvel.
A conquistarci fin da subito è stata Florence Pugh con la sua versione di Yelena, la sorellina di Natasha senza peli sulla lingua, forte ed emotiva subito pronta a sacrificarsi per il bene superiore. In Loki, invece, Sylvie (Sophia Di Martino) è riuscita a rapire il cuore dei fan e del dio dell’inganno così come Kate Bishop (Hailee Steinfeld), fangirl di Hawkeye, ha trovato la sua strada per diventare la prossima erede dell’arco più prestigioso dell’MCU.
Kate e Yelena hanno conquistato la fanbase Marvel fin da subito. Le attrici erano già note al grande pubblico per i loro ruoli pregressi, ora sono praticamente riconosciute e amate da chiunque. Purtroppo non sappiamo quando potremo rivederle, possiamo solo sperare che sia il prima possibile.
Marvel si apre finalmente alla comunità LGBTQ+ e alla rappresentazione delle disabilità
Sembra superfluo da constatare ma purtroppo con Disney non è mai scontato, Marvel ufficialmente con Doctor Strange in the Multiverse of Madness si apre alla rappresentazione della comunità LGBTQ+. Era ora direi! Finalmente tutti, a prescindere dall’orientamento sessuale possono sentirsi rappresentati nell’universo MCU. Grazie al personaggio di America Chavez la comunità LGBTQ+ entra, dopo anni di battaglie, in casa Marvel.
Fortunatamente il passo compiuto dai Marvel Studios con il sequel di Strange non è stato isolato. Thor Love and Thunder ha seguito a ruota l’esempio proclamandosi come il film “più gay firmato da Marvel”. Non esistono più mezze misure, la Marvel non nasconde o cela più l’orientamento sessuale dei suoi protagonisti ma rivela la fluidità di Loki, l’ex fidanzata di Valkiria e i padri di Korg.
Un ulteriore passo in avanti Marvel l’ha compiuto grazie a Eternals ed al personaggio di Makkari: ora anche le disabilità non sono più un tabù per i Marvel Studios. Grazie alle sapienti mani di Chloé Zhao nel film Marvel dedicato agli Eterni viene per la prima volta introdotto un personaggio con una disabilità.
Makkari è sordomuta, riesce a comunicare solo mediante la lingua dei segni ma questo, come è realistico e giusto che sia, non rappresenta un limite ai suoi poteri. Makkari è la più veloce eroina mai esistita e ha conquistato i cuori di tanti fan Marvel proprio grazie al sua capacità di comunicare emozioni usando solo la forza espressiva del suo volto.
L’attrice Lauren Ridloff si è dichiarata emozionata e sorpresa dopo aver scoperto l’aumento delle iscrizioni alle scuole in cui insegnano la lingua dei segni dovuto al successo del suo personaggio. Questo è il potere del cinema.
Ovviamente la strada verso la rappresentazione delle disabilità è ancora lunga ma resta da constatare che i progressi sono evidenti e costanti, vedasi anche il caso di Echo in Hawkeye.
Ms Marvel e la religione
I Marvel Studios con Ms. Marvel hanno scelto di abbattere un’altra barriera e di toccare un argomento tabù: la religione. In Ms. Marvel, ultima serie live action Marvel di Disney+, la protagonista Kamala Khan è mussulmana.
La religione contraddistingue e identifica il personaggio, fedele praticate dei riti religiosi mussulmani. La famiglia Khan è attiva all’interno della comunità islamica e la figlia ha seguito l’esempio. Spesso e volentieri la serie ambienta le sue scene in moschea e racconta le problematiche di essere musulmani in America grazie al personaggio di Nakia. Il tutto viene presentato in maniera estremamente naturale, senza la minima forzatura. Le origini culturali e religiose di Kamala sono un plus per la serie, rendono il prodotto unico e riconoscibile.
Marvel ha ancora molto strada da fare ma è sulla pista via verso la corretta rappresentazione e inclusione.