Nuove ricerche e analisi hanno permesso di rivelare che il megalodonte era il più grande squalo mai vissuto prima. Il temibile animale aveva una lunghezza fino a 20 metri, i suoi denti erano grandi come la mano di un uomo. Esaminazioni della dentatura hanno permesso di constatare che sia stato lo squalo più grande mai esistito da circa 23 a 3,6 milioni di anni fa.

I denti hanno mostrato che i livelli di azoto presenti nelle cellule possono far comprendere la collocazione
di un essere vivente nella catena alimentare. Ciò è stato possibile grazie all’azoto-15. Più esso si ammassa e più è alto il posto dell’animale nella catena alimentare. Lo smalto dei denti quindi ha riportato alti livelli di azoto-15 e così anche un posto in cima alla catena alimentare.

La loro dentatura è l’unico modo per ricostruire parte della storia di questi esseri. Essa riporta minuscoli
frammenti di materia organica in modo che i ricercatori leggano l’azoto che c’è sopra. Poi attraverso trapani
dentistici trasformano l’azoto in protossido di azoto, così si può misurare.

In questo modo si possono inserire gli animali nella catena alimentare. Essa è divisa in strati chiamati livelli
trofici a cui sono collegate le classificazioni delle diverse numerose specie animali. In sospeso, però resta il
fatto che ci possa essere addirittura uno squalo più grande del megalodonte.

 

Il nostro strumento ha il potenziale per decodificare antiche reti alimentari, quello di cui abbiamo bisogno ora sono i campioni, potremmo fare la stessa analisi degli isotopi dell’azoto e mettere insieme l’intera storia di un antico ecosistema.

Emma Kast, biogeochimica, Università di Cambridge, Inghilterra