Il rapporto padre-figlio contraddistingue e declina l’intera saga ambientata nella galassia lontana lontana. Dalla trilogia originale a quella prequel, fino ad arrivare all’ultimissima saga cinematografica il complicato rapporto tra i padri e i figli dell’universo di Star Wars è il vero protagonista della storie di George Lucas.
Star Wars è azione, battaglie e spade laser, è lotta tra bene e male, tra luce e oscurità ma al tempo stesso è anche famiglia. L’umanità e i rapporti relazionali sono gli aspetti che lasciano il segno, a prescindere dalla riuscita complessiva, in tutti i prodotti targati Lucas Film. Empatizzare con i protagonisti della saga stellare è immediato. I difficili rapporti tra genitori e figli si sono prima o poi presentati nella vita di chiunque, basta soffermarsi a pensare al periodo adolescenziale. Sicuramente in Star Wars le problematiche sono notevoli e di non semplice risoluzione, non solo opposti schieramenti dividono i padri dai figli ma anche diverse visioni e segreti taciuti per troppo tempo.
In occasione dell’uscita su Disney+ di Obi-Wan Kenobi, nuova serie ambientata nella galassia di Star Wars, ecco le complicate relazioni tra i padri e i figli che tanto conosciamo e amiamo, da Episodio 1 alle ultime serie Disney.
Luke Skywalker e Darth Vader
“Io sono tuo padre”, frase iconica di Star Wars e allo stesso tempo terribilmente drammatica. In quattro semplici parole Darth Vader rivela a Luke le sue vere origini. Con questa frase, pronuncia con tono sofferente, Vader torna ad essere Anakin, il marito di Padme e il padre biologico di Luke e Leia. Un padre assente e decisamente poco affettuoso con i suoi bambini.
Anakin ha accolto il lato oscuro della forza convinto che fosse l’unica strada per difendere i propri affetti, putroppo questa scelta ha segnato l’inizio della sua rovina. Schierandosi con Palpatine Anakin ha rinunciato alla sua identità, a se stesso e tutto quello in cui credeva. Colui che doveva portare equilibrio nella forza è diventato il villain più temuto della galassia. Se il timore della perdita di Padme ha spinto il giovane Anakin a ritorcersi contro i suoi fratelli Jedi, la perdita dalla donna amata segna per Vader il punto di non ritorno.
Scioccante e sconvolgente è per Luke sapere che il padre che tanto desidera conoscere in realtà è il cattivo della storia, colui che ha volontariamente scelto di abbandonarlo per proseguire i suoi folli ideali. Luke è cresciuto su Totooine con lo zio e la zia, al sicuro sotto la stretta e silenziosa sorveglianza di Obi-Wan. Se Vader è il padre biologico sono lo zio e Obi-Wan a formare il ragazzo. Il fratello di Anakin cresce il piccolo Luke come se fosse il proprio bambino, lo educa e lo istruisce al meglio delle sue possibilità. L’affetto paterno dello zio colma il vuoto lasciato dal padre biologico ma le domande non cessano.
Obi-Wan addestrando il giovane Skywalker nella via della forza compiendo la promessa fatta alla madre Pdame in punto di morte. Come Anakin prima di lui, Luke diventa abile nella forza grazie ai consigli di Obi-Wan. Kenobi è il maestro e il punto di riferimento per Luke, l’esempio da seguire, quello che Vader non potrà mai essere. È pero possibile amare e odiare il proprio padre allo stesso tempo? Sono conciliabili due sentimenti forse così opposti?
Obi-Wan Kenobi, figlio prima e padre adottivo poi
Le recente seire tv di Disney+ ha riportato in auge uno dei maestri Jedi più amati di sempre, Obi-Wan Kenobi. Grazie allo show Disney Ewan McGregor è tornato a vestire i panni di Ben Kenobi ancora una volta dopo averli già indossati nella trilogia prequel.
Il cavaliere Jedi da personaggio secondario nella saga cinematografica ha ora l’occasione di essere approfondito come mai prima. Ciò che durante le sue precedenti apparizioni abbiamo sempre avuto modo di constatare è la premura che Obi-Wan riserva ai piccoli che vengono affidati alla sua protezione. Con Anakin prima e con Leia ora Ben ha ricoperto diverse figure importanti per i piccoli Skywalker.
Nel primissimo film della trilogia prequel degli anni 2000 Kenobi era un giovane Padwan in procinto di diventare maestro Jedi. Grazie agli insegnamenti del maestro Qui-Gon Jinn (Liam Neeson) Obi-Wan diventa abile nella forza e in grado di diffondere la sua conoscenza anche ad altri promettenti allievi. Per Ben Qui-Gon Jinn non è solo il maestro Jedi che gli è stato assegnato come riferimento ma è anche la figura paterna a cui fa affidamento dato che è stato allontanato dalla famiglia di origine in tenera età.
A segnere la svolta nel percorso di crescita del personaggio da figlio e allievo a maestro e padre è la morte di Qui-Gon, da quel momento Obi-Wan smette di essere allievo e diventa una guida. Da figlio pronto a seguire gli insegnamenti del padre, sempre attento ai consigli e alle istruzioni di Qui-Gon, diventa ufficialmente il maestro Jedi che era destinato ad essere. Il nuovo ruolo per Obi-Wan non è privo di complicazioni, turbamenti e ripensamenti, come abbiamo avuto modo di constare ancora meglio nella serie tv. Anakin è colui che secondo Qui-Gon è destinato a portare equilibrio nella forza, Obi-Wan fidandosi cecamente del suo maestro prosegue la via tracciata ed addestra il giovane Skywalker al meglio delle sue possibilità.
Il rapporto tra i due abili Jedi è un perfetto mix tra relazione padre figlio (sotto certi punti di vista) e una conflittuale relazione fraterna. Obi-Wan è il fratello maggiore per Anakin, l’esempio di purezza da seguire, colui che è sempre pronto a sostenerlo ed aiutarlo in caso di difficoltà. Nonostante tutte le lezioni ricevute Anakin si lascia ammaliare dal lato oscuro della forza. La luce simboleggiata dall’amico Obi-Wan non è in grado di salvate la vita di Padme mentre le tenebre e il potere promessi da Palpatine sono sufficienti a cambiare il futuro già scritto, peccato che sia trattato solo di promesse. Anakin rinuncia alla luce dei Jedi e all’amicizia di Obi-Wan per diventare il villain della storia. Per Obi-Wan la discesa nelle tenebre di Anakin è una pesante sconfitta personale: si sente di aver fallito come maestro prima e come padre-fratello poi, non è riuscito a trasmettere i giusti valori e ideali al piccolo che gli era stato affidato. Questi sentimenti e la proclamazione dell’ordine 66 portando Obi-Wan a rinunciare alla sua natura da Jedi. L’eroe della guerra dei cloni si rifugia in esilio su Tatooine tormentano dal senso di colpa e dalla paura di ripetere gli errori del passato con il piccolo Luke.
Nel nuovissimo show di Disney+ abbiamo la possibilità di scoprire Obi-Wan Kenobi sotto le diverse e inaspettate vesti di Ben Kenobi, non più maestro Jedi ma solo un umile lavoratore di Tatooine. Sono trascorsi 10 anni dalla presunta perdita di Anakin e ancora Kenobi è tormentato e angosciato, non ha superato la presunta perdita e si ritine responsabile per gli errori dell’amico. Proprio quando tutti i fan di Star Wars pensavano di assistere ad una nuova avventura del maestro Jedi in solitaria ecco che la Lucas Film ci sorprende: Ben nella sua serie dovrà salvare, più e più volte, la piccola Leia Organa. Come in tutti i prodotti Star Wars prima di questo anche in Obi-Wan Kenobi il rapporto genitoriale non viene a meno.
La piccola Leia ha già due genitori (adottivi) che la amano e la proteggono, Obi-Wan non sarebbe entrato in gioco se la principessa non fosse stata così ribelle da non seguire gli ordini e le raccomandazioni dei suoi genitori. Quando la piccola viene catturata dagli Inquisitori solo Ben Kenobi può salvarla. Sotto richiesta del Senatore Organa Kenobi, titubante e non più atletico come un tempo, decide di dissotterrare la sua spada laser e partire alla ricerca della piccola principessa. Leia è ribelle, determinata e per nulla taciturna, Ben rivede subito nella bambina l’ombra della madre Padme e l’istinto di proteggerla come non è riuscito a fare con la donna scatta immediatamente. Inizialmente il rapporto tra i due è difficile e privo di fiducia, solo quando Leia scopre la vera origine di Obi-Wan è disposta a seguirlo e fidarsi di lui. Obi-Wan diventa la figura di riferimento temporanea per la piccola Leia, il protettore, il confidente e il padre di cui ha bisogno in quel momento. Incredibile come Obi-Wan riesca sempre ad instaurare un rapporto così profondo con gli Skywalker, puro, senza filtri e senza esitazione.
Kylo Ren e Han Solo
La trilogia sequel è il prodotto cinematografico più recente di Star Wars, non apprezzato da tutti purtroppo. Se il capitolo 7 Star Wars: The Force Awakens è stato accolto calorosamente dai fan lo stesso non si può dire per i successivi: episodio 8 ha diviso nettamente il pubblico e l’ultimo capito ha lasciato l’amaro in bocca a tanti.
La nuova saga aveva il difficile compito di conciliare il ritorno di vecchi personaggi alla presentazione dei nuovi, inserendo anche nuove da avvincenti avventure. Lo scopo era di creare nei fan un effetto nostalgia che però non fosse l’unico e solo fattore in grado di entusiasmare il pubblico. Nuove avventure e nuovi personaggi dovevano intrattenere i fan della strada anni ’70.
Il nuovo villain aveva il volto di Adam Driver, attore ora molto celebre ma all’epoca del casting era conosciuto da pochi. Kylo Ren è il nuovo dominatore del lato oscuro della forza, un cattivo apparentemente senza motivo che si nasconde dietro un casco nero come già altri avevano fatto prima di lui. Kylo Ren è l’alias di Ben Solo, figlio di Han Solo e dalla principessa Leia, il frutto dell’amore dei due protagonisti della saga originale. Già dal primo capitolo apprendiamo che il passaggio al lato oscuro di Ben non è stato privo di difficoltà, rinunce e perdite. Ben era allievo di Luke nella scuola di Jedi presieduta dal maestro. Il potere del piccolo Solo era molto forte, Luke temeva il nipote e pensava che il potere nascosto dentro il piccolo potesse diventare troppo eccessivo per essere gestito in coscienza e quindi portare farcirete alla corruzione.
È stata proprio la mancanza di comunicazione tra Luke e Ben a segnare il destino del ragazzo. Lontano dai suoi genitori per troppo tempo, non compreso dallo zio che giustamente lo trattava come tutti gli altri allievi ma pretendeva da lui molto di più ed inoltre emarginato perché temuto dagli amici sono tutte le ragione che portano Ben a trovare l’approvazione di cui a bisogno nel lato oscuro della forza.
Il rapporto con il padre è sempre stato complicato per Ben dato che Han era spesso assente e lontano dalla famiglia, questo allontanava il figlio ancora di più dalla figura paterna, creando un distacco difficilmente rimediabile. Luke non è stato in grado di sostituire il padre nel periodo in cui Ben si trovava presso la propria scuola, non ha nemmeno ricoperto la figura dello zio comprensivo di cui il ragazzo aveva necessariamente bisogno. L’attrazione per il lato scuro e per una figura in grado di comprenderlo, supportarlo e sostenerlo è stata per Ben la chiave di svolta. In Snoke il piccolo Solo ha trovato il maestro e padre in grado di apprezzare la parte più temuta e troppo spesso celata in lui.
Nonostante ciò il ragazzo, anche se già maturo ad inizio saga, non ha mai dimenticato il vero padre. Il dolore che nutre per l’assenza di Han, le colpe che gli attribuisce lo spingono fino al punto tale da ucciderlo lui stesso. Il figlio odia e ama il padre allo stesso tempo, peccato che la sua completa assoggezione verso l’oscurità abbia prevalso. Solo sul finale della nuova trilogia assistiamo ad un tenero momento in cui padre e figlio perdonano reciprocamente gli errori commessi.
Rey, la ricerca delle origini
Rey è la vera protagonista della trilogia sequel. Rey e basta, o come dice lei stessa “solo Rey”. In un universo in cui tutti vengono ricordati per il loro cognome ed in cui tale cognome ha un peso molto importate Rey riesce ad affermarsi in quanto tale, a prescindere dalle sue origini.
La giovane pilota per quanto cerchi di convincere gli altri di essere completa e soddisfatta anche senza l’attribuzione di un cognome è alla continua ricerca delle proprie origini. Rey non si da pace e desidera sapere chi sono i genitori che l’hanno abbandonata nel deserto quanto era solo una piccola bambina.
Potente nella forza, pilota abile e scaltra, Rey ha tutte le carte in regola per diventare la nuova Jedi in grado di educare e crescere piccoli Padawan. In Luke Skywalker trova il maestro e il padre che ha sempre sognato, la figura di riferimento di cui aveva bisogno. Non c’è da stupirsi se sul finale della saga scelga di attribuirsi il cognome Skywalker invece che il suo originario e appena scoperto cognome Palpatine. Il lato chiaro ha prevalso in Rey nonostante le origini biologiche suggerissero il contrario, quindi perchè non attribuirsi il cognome di chi l’ha resa cosciente del potenziale puro che regnava in lei?
The Mandalorian: il tenero rapporto che lega il piccolo Grogu a Mando
The Mandalorian è la serie simbolo di Disney+ e attuale icona di Star Wars. Senza dubbio la serie Disney+ con protagonista Pedro Pascal è tra gli show più apprezzati di sempre della piattaforma di Topolino. Poteva quindi la Lucas Film non inserire nella sua nuova creazione l’immancabile rapporto padre-figlio? Ovviamente no!
In The Mandalorian la relazione padre-figlio è stata rivisitata in una chiave del tutto inedita per gli standard di Star Wars. Il Mando è un cacciatore di taglie famoso in tutta la galassia per la sua efferatezza e capacità di conquista della preda, non ha scrupoli o remore. Rimaniamo tutti di sasso quando nel primo episodio della prima stagione Mando si lascia subito intenerire dal piccolo baby Yoda. Din Djarin rivede nel piccolo Yoda un orfanello senza casa e in cerca di protezione, proprio come lui dopo la distruzione della sua casa d’origine. L’immedesimazione nel piccolo è talmente potenze che Mando non esita a salvarlo dalle grinfie di chi vuole solo sfruttare i poteri del cucciolo. Così ha inizio l’avventura dei due nuovi personaggi nella galassia lontana lontana. Un rapporto caratterizzato dalla protezione reciproca (i due si salvano più volte a vicenda), dalla cura e dalla capacità di comprendersi senza la necessità di comunicare a parole. Il piccolo Grugo è l’unico per cui il Mando è disposto a sacrificare il suo credo, solo per l’amore del piccolo Din Djarin rimuove il casco mandaloriano per mostrare il suo vero volto. Un affetto, quello tra Grogu e Mando, che non ha nessun altro fine. Quando il piccolo potrebbe avere l’addestramento Jedi di cui ha bisogno vi rinuncia senza troppi pensieri pur di ricongiungersi con il padre adottivo.
Fino ad ora l’universo di Star Wars non aveva mai regalato ai suoi fan una relazione padre-figlio così genuina e sana, speriamo che non cambi registro sul finale.