Un ingegnere di Google, Blake Lemoine, che ha lavorato come responsabile nella divisione dell’intelligenza artificiale, che come rivelato alle pagine del Washington Post crede che il progetto abbia addirittura raggiunto uno stato avanzato e risulti senziente.

Sembra infatti che il chatbot abbia modo di “pensare alla propria esistenza e al suo posto nel mondo”, non limitandosi quindi ai triliardi di vocaboli conosciuti grazie a Google. Dopo aver parlato del proprio lavoro, ha anche spiegato come assieme a un rappresentante della commissione di giustizia della camera, la compagnia l’abbia messo in stallo amministrativo pagato dopo aver infranto i propri accordi confidenziali.

Google ha inoltre negato la dichiarazione di Lemoine, con il team che avrebbe infatti revisionato i principi dell’IA per valutare le problematiche, informandolo di come non ci sia alcuna prova a riguardo delle proprie dichiarazioni. Lemoine non ha all’effettivo molte prove a riguardo, in quanto ha parlato di come il tutto derivi dalla propria esperienza come prete e non come scienziato.

Al momento non è chiaro se l’IA stia davvero lavorando in questo modo, ed è infatti probabile che il sistema abbia accesso semplicemente a molte informazioni e possa ricostruire di conseguenza le risposte umane autonomamente.