Frances Haugen mette nuovamente nel mirino Facebook. La whistleblower ha presentato due nuove segnalazioni alla SEC, l’ante di vigilanza della borsa statunitense. L’oggetto? “Facebook non sta prendendo la lotta al negazionismo climatico seriamente, sta mentendo ai suoi investitori”.

Secondo la Haugen, che nelle due denunce cita diversi documenti interni del social, Facebook avrebbe esagerato i risultati ottenuti dalla sua campagna contro la disinformazione. La realtà dei fatti è diversa: il negazionismo climatico è un tema ancora estremamente popolare sulla piattaforma, e le iniziative intraprese dal social per promuovere una corretta informazioni hanno fatto cilecca. Zero risultati, o quasi.

Frances Haugen cita le perplessità degli stessi dipendenti di Facebook. Ad esempio c’è chi ha segnalato che se si cerca la query ‘cambiamenti climatici’ su Facebook, il secondo risultato mostrato è un video complottista da oltre 6 milioni di visualizzazioni. Altri dipendenti non apprezzano la posizione di compromesso del social: Facebook non cancella i contenuti che diffondono disinformazione sul clima, ma si limita ad indicare agli utenti la natura fuorviante dei post e degli articoli più controversi.

E poi c’è la questione del ‘Climate Science Information Center‘, l’hub di Facebook creato con lo scopo di diffondere articoli e video per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi del clima. Secondo una ricerca interna del social, gli utenti non sanno nemmeno che esista. L’anno scorso Meta aveva tentato di aumentare la popolarità dell’hub introducendo nuovi contenuti più leggeri, ad esempio dei quiz. Morale? Un mese dopo un secondo studio aveva rivelato che il negazionismo climatico su Facebook era perfino aumentato.

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