A metà tra storia del Natale fantastica e magica e leggenda, quella delle renne di Babbo Natale è un racconto che non stanca mai i bambini. E questo perché Babbo Natale senza le sue amiche volanti non potrebbe proprio compiere la sua missione, nella notte della Vigilia.
Babbo Natale e la sua storia è affascinante senza dubbio, soprattutto la parte che riguarda come trasformare un santo in una vera e propria iconica intramontabile, ma forse la leggenda che entusiasma di più i piccoli (e chi deve raccontarla) è quella dedicata alle immancabili amiche di Babbo Natale, il mezzo di trasporto natalizio preferito da tutti: le renne.
Iniziamo dal principio nel ricordare che le Renne di Babbo Natale devono la loro origine a una poesia del 1923, attribuita a Clement Clarke Moore, anche se la paternità potrebbe anche essere di Henry Livingston, conosciuta con i nomi di The Night Before Christmas e Twas the Night Before Christmas.
Più rapide delle aquile vennero le sue renne. Lui fischiò, gridò, e le chiamò per nome: Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder e Blixen – elenca la poesia.
Come foglie secche davanti al soffio di un selvaggio uragano, quando incontrarono un ostacolo, salirono verso il cielo. Così fino oltre le case le renne volarono, trascinando la slitta piena di giocattoli con sopra San Nicola e in un batter d’occhio, ho sentito sul tetto il rampare e scalpitare di ogni loro piccolo zoccolo
Si tratta di un classico canto natalizio da cui nasce la figura del moderno Babbo Natale seduto sulla sua slitta piena di regali, trainata inizialmente da otto renne volanti che per la prima volta hanno perfino un nome a cui poi è stato associato un preciso carattere e una storia. La leggenda delle renne di Babbo Natale è comparsa per la prima volta nella poesia scritta da Clement Clark Moore nel lontano 1823. In quella poesia fanno la loro comparsa otto delle mitiche renne di Babbo Natale, con un grande assente: Rudolph la renna forse più famosa.
Inizialmente le renne erano otto. Rudolph è arrivato quasi cento anni dopo in un racconto del 1923.
La renna con il naso rosso è stata aggiunta dopo alla leggenda, quando è uscita sotto forma di libro nel 1939: l’autore Robert L. May ha raccontato per primo la sua storia, che poi si è anche trasformata, nel 1949, nella celebre canzone Rudolph the Red-Nosed Reindeer, in italiano Rudolph dal naso rosso. Come dicevamo all’inizio, le otto renne declinate nella prima poesia hanno tutte dei nomi e delle caratteristiche ben precise.
- Dasher (Fulmine): è una renna coraggiosa nata con lunghi denti da castoro, suo punto di forza e debolezza. Fu cresciuta a carote dalla madre che, spaventata per i denti non volle allattarla, e che poi ha imparato a usare a suon di morsi per difendere i regali di Natale da qualunque malintenzionato voglia avvicinarsi per rubarli.
- Dancer (Ballerina): è la renna ballerina che sa tenere ogni ritmo e affascinare con i suoi leggiadri movimenti, tanto che i suoi zoccoli sono diventanti negli anni delle scarpe da ballerina rosa.
- Prancer (Donnola): la renna timida del branco pronta ad arrossire ogni volta che viene nominata o semplicemente osservata. È stata salvata da Babbo Natale mentre si nascondeva impaurita dietro un cespuglio.
- Vixen (Freccia): è la prima scelta a far parte delle renne di Babbo Natale, gemella di Blitzen, ha come la sorella il mantello dorato e ben due code. Alla fine dell’inverno, al cambio del manto, Santa prende tutti i suoi crini dorati caduti a terra e li porta in dono ai bambini più poveri.
- Blixen (Donato): dal scintillante mantello dorato e sempre raffreddata dal naso le goccioline che scendono, cadendo a terra si trasformano e diventano fiorellini appena sbocciati.
- Comet (Cometa): la più veloce che mai dorme, il suo nome proviene dalla striatura che appare in cielo durante il suo passaggio, sempre pronta a sfrecciare nel cielo luminosa per cogliere al volo ogni desiderio che viene espresso da riferire a Babbo Natale.
- Cupid (Cupido): docile e dal pelo lunghissimo con una macchiolina a forma di cuore sul morbido petto, proprio come Cupido, ha il potere dell’amore oltre al compito di leggere le letterine che arrivano a Babbo Natale e il compito di scegliere ogni anno quella scritta dal bambino più buono.
- Donder (Saltarello): la renna cantante e imitatrice. Babbo Natale pare l’abbia scoperta per caso nel bosco, sentendola canticchiare felice tra una brucata e l’altra. Riesce a riprodurre le voci umane maschili e femminili. Se un bimbo fa i capricci lo rimprovera imitando la voce dei genitori.
Rudolph, la nona renna che ha salvato il Natale.
La renna forse più famosa chiamata Rudolph, iconica per il singolare naso rosso è arrivato molto tempo dopo l’apparizione delle altre otto sorelle. La leggenda della nona renna di Babbo Natale nasce da una storia scritta nel 1939 da Robert L. May, pubblicata per essere letta ai bambini durante il periodo natalizio. Rudolph, è la renna giovane del branco riconoscibile per il naso rosso e luminoso che fu scelta da Babbo Natale per illuminare e rendere visibile alle altre renne il sentiero anche in caso di nebbia.
Nel 1949, Johnny Marks adattò la storia di Rudolph in una canzone dal titolo Rudolph the Red-Nosed Reindeer e da quel momento le renne che trainano la slitta di Santa Claus sono diventate nove. Il perché la nona renna è diventata così importante per la flotta di Babbo Natale, è proprio nella storia di Rudolph stesso. La storia difatti narra le vicende di una giovane renna del Polo nord che, diversamente dagli altri animali della sua specie, possedeva un insolito naso rosso e luminoso; a causa di questa sua strana caratteristica, il piccolo Rudolph era deriso ed emarginato dalle altre renne (classica storia triste di emarginazione stile Piccolo Fiammiferaia). Una sera di una Vigilia di Natale, Babbo Natale era preoccupato a causa di una nebbia fittissima che impediva la vista delle sue renne, era così preoccupato che cominciò a piangere, perché proprio non poteva pensare alle facce tristi dei bambini che non avrebbero trovato nulla sotto l’albero di Natale. Rudolph che si trovava vicino a lui, vide le lacrime che solcavano le guance e sentì una tale pena che il suo naso cominciò a diventare ancora più rosso, proprio come una lampadina accesa.
Rudolph illuminerà la nostra via! – esclamò Babbo Natale!
Rudolph accettò l’incarico e, da quella notte, venne premiato entrando a far parte della squadra principale delle renne di Babbo Natale diventando per tutti la renna che è riuscita a salvare il Natale.
Cosa mangiano le renne di Babbo Natale.
Una delle tradizioni del Natale per bambini è senz’altro quella di lasciare un bicchiere di latte e biscotti (o anche carote) la Vigilia di Natale per ritemprare Babbo Natale delle sue fatiche…e ovviamente dare da mangiare anche alle sue renne! Le vere renne sono ghiotte di avena, carote in estate e licheni in inverno, da cercare rigorosamente sotto la neve. Quelle della leggenda sono ghiotte anche di bastoncini di zucchero e biscottini, che i bambini lasciano per loro sotto l’albero di Natale. Una tradizione ben vista da tantissime famiglie che in questo modo cercano di donare il senso di amicizia e sensibilità nei confronti degli animali.
Cosa fanno le renne dopo Natale?
Prima di Natale le renne si preparano e si mettono in forze per la grande notte della Vigilia. Allenamenti estenuanti per poter volare alla velocità della luce (Flash gli hai dato una mano?) per arrivare puntuali nelle case dei bambini. Per poter alimentare ancor di più la veridicità della leggenda da diversi anni c’è persino una webcam (nella casa di Babbo Natale in Finlandia) puntata su di loro che le riprende mentre pascolano felici e serene!
In estate le renne (quelle vere!) subiscono una piccola mutazione rispetto a come le si vede in inverno: fanno la muta, ovvero cambiano il pelo, ma le loro abitudini non cambiano, perché continuano a pascolare felici e a brucare. In estate cambia persino il colore dei loro occhi, che in inverno, quando accompagnano Babbo Natale, sono azzurri e chiarissimi. Quando ci si avvicina al Natale, iniziano ad essere spazzolate al meglio, portate nei lunghi percorsi innevati per “allenarle” al 24 dicembre fino al momento di stacco della stessa webcam per dare “privacy” ad uno dei lavori più importanti dell’anno. Sicuramente la tecnologia, in questo caso, aiuta a rendere sempre più vivo l’interesse dei bambini verso questa meravigliosa leggenda.
Filastrocca delle renne di Babbo Natale
In conclusione per avere anche a disposizione una bella poesia da fornire ai più piccoli proponiamo una tra le più bella filastrocche dedicate alle renne di Babbo Natale, che racconta lati del carattere di ciascuna aiutante di Babbo Natale, che fa scoprire quali sono le loro cose preferite e quale ruolo hanno nella missione del loro “capo” la notte del 24 dicembre.
Le renne di Babbo Natale
Non solo fanno la slitta volare e in ciel galoppano senza cadere
Ogni renna ha il suo compito speciale per saper dove i doni portare.
Cometa chiede a ciascuna stella
Dov’è questa casa o dov’è quella.
Fulmine guarda di qui e di là
Per sapere se la neve verrà.
Donnola segue del vento la scia
Schivando le nubi che sbarran la via.
Freccia controlla il tempo scrupoloso
Ogni secondo che fugge è prezioso.
Ballerina tiene il passo cadenzato
Per far che ogni ritardo sia recuperato.
Saltarello deve scalpitare
Per dare il segnale di ripartire.
Donato è poi la renna postino
Porta le lettere d’ogni bambino.
Cupido, quello dal cuore d’oro