Virgil Griffith è un nome conosciuto nel mondo di appassionati delle criptovalute, è stato a lungo un ricercatore e sviluppatore della Ethereum Foundation. Verso la fine del 2019 è stato arrestato con l’accusa di aver viaggiato in Corea del Nord su invito del regime comunista, a cui avrebbe fornito alcune consulenze sull’uso delle criptovalute per aggirare le sanzioni e far entrare facilmente soldi dalla Corea del Sud ed altri paesi, aggirando i controlli internazionali.
Questa settimana si è dichiarato colpevole, dovrà rispondere della violazione dell’Emergency Economic Powers, la legge che vieta ai cittadini americani l’esportazione di beni, tecnologie e servizi alla Corea del Nord. Rischia fino ad un massimo di 20 anni di carcere, la sentenza è attesa per gennaio del 2022.
Il suo viaggio in Corea del Nord risale ad aprile del 2019, quando ha partecipato ad un summit organizzato dal governo dall’eloquente titolo Pyongyang Blockchain and Cryptocurrency Conference. Lì avrebbe istruito i funzionari della Corea del Nord su come usare le criptovalute per riciclare denaro e aggirare le sanzioni degli USA. Curiosamente, Griffith aveva cercato di ottenere un’autorizzazione formale dal Governo degli USA per partecipare alla conferenza nordcoreana. Il permesso gli venne negato. Una mossa ingenua, che ovviamente suscitò l’immediato interesse dell’FBI.
Nonostante la mancata autorizzazione, l’esperto di criptovalute si è comunque imbarcato per un volo verso la Cina, per poi – cercando di mascherare goffamente i suoi movimenti – attraversare i confini verso la Corea del Nord, mettendosi in viaggio per Pyongyang. Al suo ritorno negli USA, dopo alcuni mesi dalla conferenza, è stato arrestato dall’FBI.
Virgil Griffith ha fornito informazioni altamente sofisticate alla Corea del Nord, ben conscio che tali informazioni sarebbero state utilizzate per riciclare denaro ed evadere le sanzioni
ha detto il pubblico ministero Geoffrey S. Berman.
Griffith, che si è già dichiarato colpevole nella speranza di una riduzione della pena e che rischia fino ad un massimo di 20 anni di carcere, si è nel frattempo dichiarato “sinceramente pentito” delle sue azioni.