Con una email inviata ai dipendenti, Tim Cook ha dichiarato guerra ai leaker, ossia ai dipendenti spifferoni e infedeli che rivelano i segreti di Apple alla stampa. L’email, che doveva rimanere confidenziale, è stata diffusa con i media. A quanto pare le parole del CEO di Apple non sono state sufficientemente intimidatorie. Yikes.

«I leaker non fanno parte della nostra azienda», sono queste le parole scelte da Tim Cook per annunciare un giro di vita contro i dipendenti, collaboratori e dirigenti responsabili di divulgare le informazioni riservate dell’azienda ai media. Il tempismo dell’email non è casuale. Lo scorso venerdì Apple ha tenuto una riunione globale con i suoi dipendenti. Si è parlato di cambiamenti climatici, equità razziale, privacy e molti altre temi inerenti alle future strategie dell’azienda. Ovviamente i contenuti della riunione sono stati divulgati alla stampa.

Il contenuto dell’email:

Oggi ho scelto di scrivervi perché ho sentito che molti di voi sono rimasti incredibilmente frustrati dopo aver visto il contenuto della riunione diffuso ai giornalisti. Questo è successo dopo il lancio di un prodotto di cui larga parte dei dettagli e delle specifiche erano già note da tempo ai media.

Ci tengo a dirvi che condivido la vostra insoddisfazione. Queste opportunità di legare tra di noi come un’unica squadra sono importanti. Ma queste riunioni possono funzionare ad una sola condizione: il loro contenuto deve rimanere interno ad Apple. Voglio darvi una rassicurazione: stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere per identificare i leaker. Come sapete bene, non tolleriamo la divulgazione di informazioni confidenziali, che si tratti di un nuovo prodotto o di una riunione, non c’è alcuna differenza. Sappiamo bene che i leaker cono una esigua minoranza. Sappiamo anche che Apple non è il posto adatto per queste persone.