Nuova settimana, nuovo appuntamento su Disney+ e Lega Nerd per la recensione del sesto episodio di What If…?, la nuovissima serie animata made in Marvel Studios che vuole stupirci, ogni settimana di più, con versioni alternative di personaggi e situazioni conosciute.
Questa settimana passiamo da un episodio a tema horror incentrato su una disperata epidemia zombie nel mondo Marvel a una trama decisamente più convenzionale, con un incontro decisamente inaspettato: quello tra Iron Man e Killmonger!
Cosa sarebbe successo se Peggy Carter avesse preso il siero del supersoldato al posto di Steve Rogers? O se T’Challa fosse stato rapito per sbaglio dai Ravager, divenendo lui Star-Lord invece di Peter Quill? What If…? è la serie animata Marvel che esplora queste possibilità.
L’idea deriva dall’omonima serie a fumetti, di cui vi abbiamo parlato in questo speciale, se volete approfondire le origini di questo concept e scoprire le migliori storie a fumetti in merito.
Per quanto riguarda le storie alternative del Marvel Cinematic Universe, invece, ne parliamo qui, in fase di recensione: ogni settimana, per i nove episodi che compongono la prima stagione. Ecco a voi la sesta puntata, che vede protagonisti personaggi presi in prestito principalmente dalle storyline di Iron Man e Black Panther, coinvolti nella strana alleanza tra due geni guerrafondai: Tony Stark ed Erik Stevens.
E se… Tony Stark non fosse caduto nelle mani dei terroristi dei Dieci Anelli, quel fatidico giorno in Afghanistan? E se a salvarlo fosse stato nientemeno che Erik “Killmonger” Stevens, un ufficiale dei Navy Seal che in Black Panther scopriamo essere il cugino di T’Challa? Cosa potrebbe nascere dall’improbabile alleanza tra i due?
Per questo sesto episodio di What If…? abbiamo un doppio ritorno: il ritorno alle storie derivate direttamente da uno o più film del Marvel Cinematic Universe e un vero e proprio ritorno alle origini, dato che la storia di “E se… Killmonger avesse salvato Tony Stark?” va a riscrivere proprio le fondamenta di questo universo narrativo, di cui sappiamo esserci state storie, personaggi e avvenimenti precedenti ai fatti afgani di Tony Stark avvenuti nel 2008, ma senza i quali buona parte del resto degli avvenimenti successivi non potrebbe aver luogo: le azioni, gli atteggiamenti e le invenzioni di Tony Stark sono stati al contempo motore e carburante del MCU in così tante pellicole che ripensare agli avvenimenti del primo film vuol dire ripensare a tutto l’universo narrativo, non con una singola svolta, ma con un caleidoscopio di possibilità per le quali non basterebbero dieci stagioni di What If…?.
“Il modellino di Gundam più costoso al mondo”
Come lo stesso Osservatore suggerisce nelle battute iniziali dell’episodio, Tony non viene rapito e, dunque, non diventa il complesso e sfaccettato eroe che conosciamo, restando lo stesso geniale, arrogante e pericoloso mercante di morte cristallizzato nel selfie col soldato scattato poco prima della sua cattura.
Tutto ciò, chiaramente, svilisce il personaggio di Tony Stark, che non ha la sua difficile maturazione e non la sostituisce con altro, rendendolo un personaggio molto meno interessante. Ma, come abbiamo (purtroppo) imparato durante la visione di questa serie, la domanda che dà il titolo alla puntata non è in realtà il vero What If? da considerare: la vera domanda è: “E se il piano di conquista di Killmonger fosse stato diverso?”.
Non pensiamo di fare un grosso spoiler, difatti, se sveliamo che il giovane militare, a dispetto delle apparenze e da quanto ci hanno mostrato (con montaggio ad arte) trailer e footage vari, in questa versione alternativa non è affatto dalla parte dei “buoni” come se,brava ma semplicemente attua un piano diverso e molto più sottile e complesso di quello che lo vede protagonista in Black Panther.
E qui torna in ballo il (neanche troppo sottile e latente) gusto per la tragedia che ha caratterizzato la serie finora: l’attuazione del piano di conquista del Wakanda da parte del giovane prevede una serie di passaggi molto efficaci a livello drammaturgico, ma decisamente troppo forzati, rendendo il personaggio un mastermind a livello del Loki o di un Lex Luthor dei fumetti, nonostante sia molto più giovane di quanto non lo vediamo in Black Panther. Risulta invero assai poco credibile che sovrani, geni della scienza, generali dell’esercito e mercenari scafatissimi abbocchino tutti inesorabilmente all’amo di Erik, ma tant’è, è tutto un giochino della sceneggiatrice A.C. Bradley per mettere insieme delle belle e scenografiche scene madri… pazienza se in tutto vige una certa improbabilità e incoerenza di scrittura, andando a collegare i fatti di due film che, nella linea temporale, hanno dieci anni di distanza e tutto un universo narrativo nel mezzo.
Insomma, l’idea ci sta, ma nel farlo Bradley sacrifica letteralmente sull’altare della (ri)costruzione di un villain una manciata di ottimi personaggi che, nel loro arco narrativo, rimangono incompiuti, rendendo al contempo Killmonger un personaggio apparentemente invincibile e, per questo, poco interessante.
Il suo piano non sembra avere falle, ma si basa fin troppo sulle apparenze, portando il mondo sul bilico di un conflitto potenzialmente letale per il desiderio di vendetta di una singola persona. Nel frattempo, il mondo è scevro dei suoi eroi. E viene dunque da chiedersi che tipo di narrativa stia portando avanti Marvel con questa serie, dato che praticamente l’unico episodio che parla di (super)eroi con superproblemi è il primo, e in tutti gli altri c’è un certo “trionfo” delle scelte sbagliate che rendono il mondo un posto peggiore. Un messaggio quasi disperato, che poco sembra conformarsi all’epica dei film MCU.
What If…? vi aspetta su Disney+ con un nuovo episodio disponibile ogni mercoledì.
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Se, da una parte, ci dispiace per un comparto narrativo di sicuro effetto scenico che crolla sotto i colpi di una scrittura tirata troppo per i capelli, dall'altro ci fa piacere che ci sia la volontà di esplorare possibilità importanti. Il problema nasce dall'arbitrarietà delle scelte narrative successive, così come dall'impossibilità di seguirle tutte. Di fatto, l'episodio si conclude in divenire, così come altri: che si stia costruendo un ponte per congiungere tutti questi universi alternativi? Lo scopriremo presto.
Nel frattempo, c'è da rimarcare come ogni episodio della serie abbia valori produttivi decisamente diversi. In questo caso, è un'ottima cosa il fatto che si tratti in gran parte di una storia che, per quanto decisamente prevedibile, è completamente originale e tecnicamente non si tratta di un ozioso ricalco in simil-rotoscoping di scene “rubate” a precedenti film.
- La storia ha il coraggio di osare nuove strade...
- …e nel farlo, non ricicla animazioni.
- Inconsistenze narrative a pacchi