Il popolare social cinese Weibo ha bannato 21 diversi fan account dedicati ad altrettanti artisti o gruppi K-Pop. Il motivo? “Promuovevano una cultura dell’idolatria irrazionale”. La Cina in questi giorni si sta mobilitando per contenere alcuni fenomeni della cultura giovanile del paese. Solamente la settimana scorsa ha ulteriormente ristretto il numero di ore che i minori possono passare davanti ai videogiochi: solo tre a settimana, una al giorno tra venerdì e domenica.
Gli account, scrive la CNN, sono stati sospesi per 30 giorni. “Ci opponiamo fortemente a questa cultura irrazionale dell’idolatria delle celebrity, affronteremo questo tema molto seriamente”, ha fatto sapere il social cinese.
Nelle scorse settimane – a proposito di cancel culture – l’attrice Zhao Wei è stata praticamente obliterata dal web della Cina. Una sua popolare fan page su Weibo è stata bannata senza grosse spiegazioni, mentre diversi film e serie TV in cui compariva sono state rimosse dalle principali piattaforme di streaming on-demand e il suo nome è stato rimosso dalla lista del cast.
La mossa è stata interpretata da diversi commentatori internazionali come un tentativo di indebolire alcuni modelli di popolarità effimera avversi alla cultura del Partito Comunista cinese. La Cyberspace Administration of China recentemente ha presentato un decalogo volto a fare piazza pulita di ciò che definisce “il caos dei fan club dedicati alle celebrity”, ad esempio vietando la creazione di liste volte a mettere le star in ordine di popolarità. Una popolare piattaforma dedicata all’intrattenimento in streaming, iQiyi, sempre su pressione del Governo, ha recentemente cancellato un talent show definendo questo genere di programmi “poco salutari e pericolosi”.
L’Amministrazione Statale per la Radio, il Cinema e la Televisione, riportava tra gli altri il Messaggero la settimana scorsa, ha recentemente pubblicato una nota dove si preannunciava una stretta contro certi artisti e programmi che promuovono “stili effeminati e ad altre estetiche anormali”. Inoltre le televisioni “non sono autorizzate a trasmettere programmi che sviluppino idoli e spettacoli di varietà e reality show”. I media dovranno tornare a promuovere “l’amore per il Partito comunista e il Paese”.