Siamo a mercoledì 18 e, dunque, inevitabilmente scatta la recensione del secondo episodio di What If…?, la nuovissima serie animata made in Marvel Studios pubblicata su Disney+. Innegabilmente, la curiosità è tanta. Avranno alzato la posta in gioco? O gli autori dello show si prenderanno un altro episodio per prendere le misure e far abituare gli spettatori alla formula? Scopriamolo insieme.
Cosa sarebbe successo se Spider-Man fosse stato accettato nei Fantastici Quattro come sperava all’inizio? Probabilmente tutta la storia dell’Universo Marvel a fumetti sarebbe cambiata, e ne abbiamo un assaggio nel primo, storico albo della serie What If…? A volte queste storie sono autoconclusive, a volte le possibili ramificazioni sono così ampie e interessanti da diventare serie a loro volta, più o meno lunghe.
Se volete saperne di più, vi rimandiamo al nostro speciale sui migliori fumetti delle serie What If…?:
Ora Marvel Entertainment ha lasciato a Marvel Studios il compito di realizzare una serie animata per Disney+ che replichi questa formula, ma con gli eventi del Marvel Cinematic Universe. Nove episodi, nove storie alternative tutte da rivivere. Ecco a voi la seconda puntata della serie, con protagonista T’Challa, principe wakandiano e… Star-Lord di questa linea temporale.
E se… i Ravager di Yondu si fossero sbagliati e, invece di rapire Peter Quill, avessero rapito T’Challa, il principe del Wakanda, quando era poco più che un bambino? Il giovane nobile, desideroso di scoprire il mondo al di fuori del suo regno, avrebbe colto la palla al balzo e si sarebbe avventurato nel cosmo, guidato dai discutibili insegnamenti del suo nuovo mentore? La risposta, perlomeno nell’universo alternativo in cui Uatu l’Osservatore ci porta questa settimana, è sì.
Altro giro, altra corsa, di tutt’altro tipo: il twist presentato questa settimana è decisamente più radicale e fortuito di quello presentato nella prima puntata. Se Peggy Carter che diventa Cap al posto di Steve Rogers può sembrare un cambio non così fantasioso, ma apre comunque a scenari molto interessanti e intellegibili da qualunque fan, una sliding door così alternativa come quella che vede T’Challa al posto di Peter Quill era effettivamente difficile da indovinare e molto originale da ideare.
Porta con sé, ad ogni modo, la responsabilità di andare a rimaneggiare due delle properties più “fresche” e apprezzate tra quelle portate sul grande schermo negli ultimi anni da Marvel Studios: Guardiani della Galassia e Black Panther. In più, a questo si aggiunge il fatto che si tratti dell’ultima interpretazione del compianto Chadwick Boseman, che ha registrato tutte le sue battute prima di cedere alla malattia, poco meno di un anno fa. Una responsabilità enorme, che tuttavia non riteniamo appagata in pieno, purtroppo: ma andiamo per gradi.
Tecnicamente sempre meglio
Partiamo dall’aspetto che ci ha soddisfatto maggiormente: quello tecnico-artistico. Non abbiamo la certezza che gli episodi siano stati realizzati in ordine cronologico di presentazione, ma sembra abbastanza palese che questo sia stato realizzato dopo il primo, che a confronto sembra una “prova generale”: gli sfondi sono maggiormente definiti, le animazioni più fluide, il design generale, per quanto coerente con i film originali, è anche maggiormente integrato nel contesto animato.
Anche il character design recupera un tratto leggermente meno morbido di quello del primo episodio, riproponendo le fattezze degli attori originali in maniera ottimale.
Permane, tuttavia, il fastidioso problema dei labiali fallati, anche in lingua originale: davvero un peccato che si noti così tanto.
Ma coi personaggi non ci siamo!
Un aspetto generale che, invece, ci ha deluso, è la mancanza pressoché totale di carisma: c’è da dire che il tocco di James Gunn si nota, soprattutto… quando manca. Le battute sono meno divertenti, i personaggi in certi casi sembrano macchiette e, sicuramente, la qualità dell’accompagnamento musicale è molto più sottotono. Non ci aspettavamo certo una vera e propria compilation di hit musicali, ma il mood canzoniero&canzonatorio dei Guardiani è distintivo e qui se ne sente la mancanza.
Certo, non si poteva pretendere che T’Challa andasse in giro con il walkman e che quel walkman avesse lo stesso significato che aveva per Peter, ma in generale il personaggio di Star-Lord (il cui nome, in questo caso, sembra derivare dai natali nobili del suo utilizzatore) risulta meno interessante: a quanto pare, la carriera di T’Challa è andata molto meglio di quella di Peter Quill e il nome di Star-Lord è rispettato e temuto. Lo Star-Lord del Wakanda appare, come e più di Cap Carter, un personaggio fin troppo “perfettino” e con ben poche ombre, che invece rendevano assai più divertente ed empatico Peter Quill. Un po’ il classico paradosso del preferire Paperino a Topolino, se vogliamo!
Ma è tutto il team dei Ravager ad avere poco appeal, nella formazione rinnovata presentata in questo corto: il team di personaggi assemblato – senza voler fare spoiler – risulta malamente assortito e addirittura, in alcuni casi svilito: la potenza delle versioni originali stava nella caratterizzazione, qui ridotta ai minimi termini.
Mentre Steve Rogers nel ruolo dell’Hydra Stomper non smetteva di essere l’eroe sotto lo scudo che dimostrava di essere il Supersoldato per meriti etici, al di là dei superpoteri, qui una volta ribaltati alcuni elementi i personaggi perdono inevitabilmente di mordente.
E tutto questo al netto del fatto che alcune cose pretendono fin troppi salti logici, appaiono lievemente incoerenti col world building dell’intero MCU e che certi personaggi hanno senso solo se presi in contrapposizione con le versioni che già conosciamo dai film in live action. Vogliamo inoltre spendere due parole sul Collezionista, che qui sembra uscito da uno shonen manga, cambiandone completamente l’aura di potere in una decisamente più “fisica”?
What If…? vi aspetta ogni mercoledì su Disney+!
Inutile mascherare una certa delusione derivante da questa seconda storia: al di là (o forse proprio a causa) dell'affezione che proviamo per i personaggi protagonisti della puntata ci aspettavamo molto di più da questo What If...? I quesiti alla base degli episodi dovrebbero essere entusiasmanti, non lasciare perplessi nelle basi e nello svolgimento. Dovrebbero presentare (versioni di) personaggi di cui dovremmo aver voglia di conoscere altre storie, ma purtroppo così non è: siamo quasi ai livelli di una banale fan fiction, in questo caso, ed è davvero uno spreco, visti i valori produttivi messi in campo da Disney, sia a livello tecnico che di talenti coinvolti.
Non disperiamo, ad ogni modo: abbiamo altre sette puntate, dalle ottime premesse, per quanto ne sappiamo. Appuntamento a mercoledì prossimo!
- Tecnicamente migliorato rispetto al primo episodio
- I voice talent originali danno una marcia in più
- Si sente il cuore che Chadwick Boseman ha messo nel personaggio
- C'è anche Howard il papero!
- La trama è sciocca e con poco mordente
- La rivisitazione di alcuni personaggi li svilisce
- Si sente la mancanza dell' “Effetto Gunn”