Correva l’anno 1991. Avevo 9 anni. Frequentavo il quarto anno della Scuola Elementare “G.Carducci” della mia città. Come accadeva ogni tanto, si avvicinava il periodo della tanto agognata “gita”.
Sole, caldo primaverile, giornate troppo belle per stare chiusi in classe, anche per i maestri.
Bon dai, andiamo in gita.
“Bambini! Tra 2 settimane andiamo tutti in gita a Montebello. Sapete dove si trova?”
“Noooooo!”
“Montebello è un comunue che si trova vicino a Rimini. Ed è un paesino medievale.”
“Come quelli dei cavalieri, Signora Maestra?”
“Esatto! Proprio quelli. Sapete bambini cosa c’è a Montebello?”
“I cavalieri? I draghi?”
“Quasi bambini, a Montebello c’è un castello.”
“OOOooohh!”
“Un castello molto bello per di più. Una fortezza famosa per la sua leggenda.”
“Come Robin Hood Signora Maestra?”
“Quasi, si racconta che il castello sia infestato da “IL FANTASMA DI AZZURRINA”.
E vaffanculo alla mia infanzia innocente e spensierata.
Fantasma? Un secondo che faccio mente locale. Fantasma… l’unico fantasma che ho visto è stato nel cartone di Natale. Quelli del Passato-Presente-Futuro. Bene.
Sò di cosa stiamo parlando. Aspetta però. Perchè ho mal di pancia? Chi era già? Gamba di Legno? Oh porca…
In quel cartone, Zio Paperone viene gettato in una fossa da bara in fiamme. Bene. Me la sono davvero fatta sotto quando l’ho visto. Ma è una cosa da far vedere a dei bambini!?! Ok dai. Fa niente.
Dunque. I fantasmi fanno paura, ma noi bambini facciamo gruppo. In branco siamo leoni, diventiamo cacciatori di fantasmi e mostri. Siamo una squadra imbattibile.
E via, giù di piani disegnati a matita sui nostri quadernini di Mazinga (altro che Pokemòn) per calcolare le vie di fuga, attacco, ingressi alternativi e immancabili “Trappole per fantasmi dei GhostBusters”.
Arriva il giorno della gita. La paura è scomparsa. La determinazione, palpabile.
La giornata è speciale. Fresca, sole pieno. Senti l’odore della pietra, dell’antico. I tuoi occhi di bambino si soffermano sulla grandiosità del “Castello”. Nella tua mente, immagini di scintillanti cavalieri in armatura. Squilli di trombe.
Grandi battaglie.
Hai nove anni cazzo. Stai godendo come un matto.
Dice la Maestra.
Il castello di Montebello sorge tra le splendide colline del Riminese. Molto prossimo a quel di Torriana, fu costruito nel XV secolo da parte della famiglia Guidi di Bagno di Romagna che succedette ai Malatesta.
Il maniero è un “ampliamento” di un antica torre di vedetta d’epoca Romana risalente circa al III secolo a.C.
Foto del castello:
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All’interno, belle sale e corridoi compongono la fortezza. Affascina il mobilio originale dell’epoca e dei suoi futuri “abitanti”.
Oggetto che attira l’attenzione dei più, un antichissima cassapanca, portata al castello direttamente dalle crociate.
Pare che la vicinanza a questa cassapanca possa provocare tristezza e depressione alle persone più sensibili, in quanto, tale oggetto è stato spesso testimone di avvenimenti truculenti, battaglie, omicidi e morti violente in generale.
Gli interni del maniero, regalano inoltre una visione di rudimentali “trabocchetti”. La fortezza è costruita in un punto strategico di larga importanza e in passato era soggetta a diverse incursioni nemiche.
Per rendere la vita difficile ad eventuali invasori in armatura, il castello è ricco di gradini sfalsati, passaggi che si restringono a cono fino a dover camminare di lato, soffitti che all’improvviso, per esempio dietro a una curva, cambiano in una sorta di “scalino” abbassandosi bruscamente.
Tutti sotterfugi per far incespicare e rallentare gli invasori. Interessante.
Il culmine della visita esplode letteralmente come un fuoco d’artificio.
Al termine del giro ai piani superiori, la guida si ferma. Fà fermare i visitatori e proclama:
“Stiamo per scendere al piano inferiore. Voglio ricordare a chiunque sia troppo sensibile a certe cose, che ora vedremo e ascolteremo una probabile presenza spiritica, quindi, se volete uscire in giardino, non vergognatevi e uscite pure.”
Detto ciò, non esce MAI nessuno, si prosegue giù per le ripide scale.
Eccoci finalmente. La stanza dove fu vista per l’ultima volta Azzurrina. Quì, comincia la leggenda:
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La leggenda del fantasma di Azzurrina nasce nel 1375.
Guendalina, questo il nome della bimba, è figlia del Conte Ugolinuccio Malatesta. Nasce affetta da albinismo, suprema sfiga nel 1300. La piccola viene mal vista, considerata frutto del peccato. Addirittura incarnazione del Male Demoniaco.
Per ovviare a questo problema, i genitori ne tentano molte. Uno dei tentativi è di tingerle i capelli usando delle erbe particolari, ma il colore non attacca su un capello privo di pigmento e dona ai capelli un particolare tono azzurro. Andiamo di male in peggio.
Ugolinuccio decide di segregare la piccola e adorata figlia nel castello, per impedire che si creino dicerie “scomode” e per salvaguardare la salute stessa di Guendalina. Arriva addirittura a far scortare costantemente la figlia da due guardie fidate, Ruggiero e Domenico.
Il 21 Giugno 1375 la bambina ha 6 anni. Un temporale improvviso la constringe a spostare i suoi giochi all’interno del castello. Il padre è fuori città e Guendalina, seguita dalle sue guardie, si diletta all’interno della fortezza con la sua palla di pezza.
In una cronaca del ‘600 viene raccontato che la palla sfuggì al controllo della bimba e prese a ruzzolare giù per le scale dell’atrio. La piccola inseguì il suo giocattolo che, ostinatamente, andò a infilarsi proprio nella angusta scalinata che porta tutt’oggi al locale ghiacciaia per la conservazione dei cibi.
Le guardie non inseguirono Guendalina. Era inutile. Il locale ghiacciaia era chiuso, vuoto e sicuro. Non c’era pericolo.
All’improvviso un grido. La bambina, la figlia del Conte, è in pericolo. Le guardie scattano, si precipitano giù per le scale, irrompono nel locale ghiacciaia.
Nulla.
Tutto è fermo e silenzioso. Solo la palla di pezza che rotola piano in un angolo in fondo alla sala.
Guendalina è scomparsa.
Come da copione, al ritorno di Ugolinuccio è un casino. Il padre è disperato. Non crede alla versione delle sue più fidate guardie e le fa giustiziare su due piedi. Seguono anni di ricerche, scavi, interrogatori.
Niente.
Della piccola Guendalina, non si avranno mai più notizie.
Da quella tragica estate si racconta che, ogni cinque anni, allo scoccare della mezzanotte, si possano udire gli ultimi rumori emessi da Guendalina. Risa di bambina, un grido, una voce che chiama “Mamma” (nel 1300 si diceva la parola Mamma?) e altre diverse cose “curiose”.
Molti Medium e parapsicologi sono spesso al lavoro nei locali del castello. Nella visita allo stesso vengono addirittura fatte ascoltare alcune “presunte” registrazioni avvenute nel ’90 nel ’95 nel 2000 nel 2003 e nel 2005.
Il 13 Gennaio, la trasmissione Mishasdbajc… ehm… MIstashafajbf… Scusate, non riesco a scriverlo. Quella con Raz dai, ha trasmesso altre novità, tra cui un paio di foto e un file audio. Andatevelo a cercare, se vi interessa. Io mi rifiuto di postarlo per presa di posizione.
Nell’approfondimento, il video con le registrazioni più famose:
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Conclusioni:
Una visita al castello merita, assolutamente. Bel posto, bellissime colline, molto suggestivo. Il sito offre addirittura un “Tour Serale” dove avrete accesso alla parte più spettrale della situazione.
Io ci sono stato in tutto 3 volte e ve lo consiglio vivamente. Per quanto riguarda la leggenda, credo che la tragedia sia molto più comune di quanto riportato nelle cronache. Probabilmente la bimba è caduta inseguendo la sua palla. Magari ruzzolando proprio in quelle famose scale e perdendo in questo modo, la vita.
Le guardie, nel tentativo di paracularsi, hanno occultato il cadavere e inventato la storia della sparizione. Ma chi lo sà. Purtroppo non verremo mai a sapere la verità finale.
Fonti:
Sito Ufficiale: http://www.castellodimontebello.com
Wiki: http://it.wikipedia.org/wiki/Azzurrina
Aggiornamento: Scusate. Avevo usato i caratteri “maggiore” e “minore” per distinguere i dialoghi, ma ho scoperto solo ora che così facendo la scritta non veniva caricata.
Scusate ancora.
Aggiornamento 2 Thx to eagle1:
Le registrazioni che si sentono sono state riprese dalla RAI durante diverse installazioni atte proprio a dipanare la natura di questi rumori…
Inoltre c’è anche la storia dei barattoli di metallo appesi ai cunicoli sotterranei come segnale acustico contro i ladri, dove il vento, incanalandosi, provocava delle sinistre melodie metalliche.. questa cosa si è scoperta alla fine degli anni 80, prima veniva considerato come uno dei tanti segni di Azzurrina.