Cominciamo la recensione del terzo episodio di Loki pieni di energia: l’avevamo evocata a gran voce e l’azione è finalmente arrivata. Dopo le prime due puntate molto introduttive, la serie scritta da Michael Waldron preme sull’acceleratore e ci porta nel bel mezzo di una fuga rocambolesca. Avevamo lasciato il dio dell’inganno e la sua (presunta) variante appena spariti dentro a un portale. Li ritroviamo dall’altro lato che, con una grande dose di autoironia, è ancora la base della TVA. La variante interpretata da Sophia Di Martino è raggiante: finalmente è arrivata dove voleva essere da anni. Il nostro Loki lo è molto meno: si ritrova al punto di partenza.
Ed è un po’ quello che fa questo episodio: ci lancia sì in mezzo all’azione, ma c’è ancora molto da dire e scoprire. Invece che farlo tra le carte degli archivi della TVA, lo fa attraverso corse per salvarsi la vita sul suolo di pianeti in via distruzione. D’altra parte l’entrata in scena di quella che, ora è ufficiale, si chiama Sylvie (Sylvie Laufeydottir, come c’è scritto sul suo fascicolo) necessitava un approfondimento.
Salutata da molti come Lady Loki, ovvero variante femminile del principe di Asgard, non siamo sicuri al cento per cento che sia chi dice di essere. È lo stesso Loki a non esserne convinto: vorrebbe collaborare con lei, ma non vede in questa variante che gli sta di fronte la grande visione d’insieme che pensa di possedere lui stesso. Cosa rende un Loki Loki, dunq? È la grande domanda di questo episodio. Per la variante del 2012 le caratteristiche fondamentali sono: indipendenza, potere e stile. Per Lady Loki invece questo Loki è soltanto un pagliaccio.
Loki: tutti a Lamentis
L’episodio si apre con la canzone “Demons” di Hayley Kioko: ritroviamo Sylvie intenta a fare domande a C-20 (Sasha Lane), dopo essere entrata nella sua mente. Quanti sono i guardiani che proteggono i Custodi del Tempo? Come si trovano gli ascensori della TVA? La donna parla di “brain freeze” ovvero quando, per colpa di una bibita troppo fredda, ti viene il mal di testa. “I tuoi ricordi sono congelati in quell’istante”: dice alla malcapitata C-20. Ricordi, controllo mentale: sono effettivamente strategie “alla Loki”.
Ma siamo sicuri di non trovarci davanti a un’incantatrice?
Torniamo a Loki e Sylvie che si ritrovano nella TVA, così giusto per vedere se siete attenti: la donna ha chiaramente una missione precisa. Vuole arrivare ai Custodi del Tempo. Che poi è sempre stato anche il piano della nostra variante. Nel frattempo, stavolta per nulla amichevole e sorridente, arriva anche Ravonna Renslayer (Gugu Mbatha-Raw, che non ce la conta giusta fin dal primo episodio) a cercare di cancellarli. Per sfuggire al giudice e alle sue guardie, Loki scappa insieme a Sylvie sul pianeta Lamentis-1, anno 2077, dove è in corso un’apocalisse. Tutto questo grazie a un tem-pad, che ha bisogno di grandi quantità di energia per ogni salto spazio-temporale. E, indovinate un po’? Non c’è più abbastanza carica per fuggire. I due si trovano quindi costretti a collaborare, scoprendo diverse cose l’una dell’altro.
L’amore è un pugnale immaginario
Tralasciando il fatto che il pianeta Lamentis-1, trovandosi ai confini dello spazio Kree, rimanda alla serie tv Secret Invasion e a Captain Marvel 2, i fan di Loki possono gioire del fatto che risfodera finalmente i suoi amati pugnali, con tanto di iconica mossa grazie a cui li fa roteare nelle sue mani. Anche Sylvie è esperta nel combattimento con le lame e un pugnale diventa la metafora (mal riuscita, siamo d’accordo con Lady Loki) con cui la variante del 2012 spiega che cos’è per lui l’amore. “È qualcosa che ti fa sanguinare, ma poi, quando ti avvicini per afferrarla non esiste”. Che sia anche una metafora di tutto ciò che abbiamo visto fino a ora?
Loki sta sbandierando da tre puntate quanto sia forte la sua mente: e se invece, esattamente come successo a Wanda in WandaVision, si trovasse in una dimensione fittizia, in cui chi l’ha generata gli fa vedere ciò che vuole? Sì perché mentre i due cercano di salvarsi da un pianeta che sta per essere distrutto, confrontando le informazioni arriva una nozione fondamentale:
I membri della TVA potrebbero non essere stati creati dai Custodi del Tempo, come invece hanno detto a Loki.
Mentre gli autori ci danno questa informazione così, quasi per caso, non si può non ammirare il grande lavoro fatto con le scenografie: il set del pianeta è davvero bellissimo, sembra uscito direttamente da quello di Blade Runner (un po’ come già successo per la Madripoor vista in Falcon and The Winter Soldier). Possiamo apprezzare la ricchezza di insegne al neon e palazzi futuristici nel bellissimo piano sequenza finale, grazie cui la regista Kate Herron può finalmente sfogarsi. Anche i combattimenti sono molto riusciti, con Tom Hiddleston che riesce a mantenere la postura tipica del personaggio anche quando corre: perfino quando sta per crollargli addosso un edificio non rinuncia alla sua classica mossa della testa con cui si allontana i capelli dagli occhi.
Purtroppo l’episodio dura davvero molto poco (appena sopra i 30 minuti) e dispiace dover salutare questi personaggi così presto, soprattutto dopo aver visto che insieme funzionano così bene. Sophia Di Martino possiede un carisma e una bravura tali da non far rimpiangere Owen Wilson come spalla del protagonista. Non vediamo l’ora di vederli di nuovo insieme quindi: anche perché siamo già a metà (gli episodi sono sei in tutto) di questa prima stagione della serie Marvel e bisogna cominciare a unire tutti i fili. Siamo pronti.
Dal quartier generale, Zeth Castle e Giacomo riferiscono che in questo terzo episodio non sono presenti easter egg di rilievo (quantomeno per scriverci un pezzo al momento), a parte il riferimento alla luna Lamentis 1, corpo celeste facente parte dello spazio e dell’impero Kree, visto nei fumetti all’interno della saga Annihilation Conquest. L’analisi tuttavia continua e vi aggiorneremo, oltre a darvi appuntamento con gli articoli di Zeth e i video di Giacomo al prossimo episodio!
Loki è disponibile su Disney+ dal 9 Giugno
Come scritto nella recensione del terzo episodio di Loki, la chimica tra Tom Hiddleston e la new entry Sophia Di Martino è fenomenale. L’attrice non fa rimpiangere Owen Wilson per bravura e carisma al fianco del protagonista. Finalmente Kate Herron può divertirsi (e farci divertire) con delle belle scene d’azione. Il piano sequenza finale sul pianeta Lamentis è ottimo, così come la scenografia, che sembra portarci direttamente nel futuro di Blade Runner. Peccato per la breve durata dell’episodio.
- La bravura e il carisma di Sophia Di Martino.
- Le scenografie di Lamentis.
- Il piano sequenza finale.
- La breve durata dell’episodio.