Il CEO di Disney, Bob Chapek, ad inizio mese ha tenuto un Q&A in occasione dell’Annual Communications Conference di Credit Suisse. In quell’occasione si è parlato anche di Disney Plus e di alcuni interessanti trend del settore dello streaming on-demand.

Il pubblico era interessato a sapere se, presto o tardi, anche Disney Plus avrebbe abbracciato la formula degli abbonamenti low-cost, magari con un catalogo ridotto o grazie al supporto delle interruzioni pubblicitarie. Del resto, Netflix è disponibile in diversi tagli di prezzo con feature diverse. In India l’azienda aveva anche sperimentato una formula mobile only, un abbonamento che dà diritto alla fruizione esclusivamente da app per smartphone ad un prezzo di circa 2,5$ al mese. Lecito chiedersi se anche il servizio di Mickey Mouse presto o tardi intenda prendere questa strada.

La risposta è negativa. Disney non sembra molto interessata a questo approccio:

Non vogliamo porci dei limiti o dire no a qualcosa, ma in questo momento non abbiamo piani in tal senso. Siamo sempre disponibili a riconsiderare la nostra strategia all’interno dei diversi mercati del mondo, ma in questo momento siamo felici del modello di business che abbiamo scelto

ha detto Chapek nel corso della conferenza.

Oggi Disney+ è in una posizione di forza, ha uno dei cataloghi più robusti dell’industria – sia per vecchie glorie, sia per contenuti originali moderni. Nonostante nell’ultimo trimestre Disney+ non sia riuscito a raggiungere – di poco – le aspettative in termini di nuovi abbonati, la piattaforma sta registrando delle performance piuttosto solide e non ci sono particolari motivi per rivedere la sua strategia. Insomma, non ha senso riparare ciò che non è rotto. Lo scorso febbraio Disney+ ha introdotto il canale Stars, è sempre incluso nell’abbonamento standard ed offre un ricco catalogo di contenuti dedicati agli adulti, tra Griffin, film horror, thriller e azione.