Jody Smith, trentaduenne newyorkese affetto regolarmente da attacchi di panico, nervosismo ed epilessia, aveva provato di tutto pur di attenuare gli effetti delle sue crisi, ma non è mai stato in grado di ottenere i risultati sperati. Disperato, ha deciso di cercare una soluzione radicale e di puntare sulla chirurgia cerebrale, quindi si è fatto asportare parte dell’amigdala. Ora sta meglio, ma manifesta qualche problema alla memoria e fa fatica a concentrarsi. Inoltre non percepisce più la paura.
Stando a quanto sostiene Smith, una conseguenza della sua operazione sarebbe infatti il totale annichilimento dei timori più primordiali, di quei meccanismi che si assicurano che il nostro istinto di sopravvivenza abbia la priorità su tutto gli altri stimoli che combattono per ottenere la nostra attenzione.
L’uomo dice di riuscire ormai a stare spalla a spalla con gentaglia inquietante e di poter subire l’attacco dei ragni – cose che un tempo lo avrebbero messo a disagio, se non addirittura terrorizzato – con una calma stoica e zen.
Le persone usano la parola “paura” per descrivere un sacco di situazioni – cose come “ho paura delle ragazze” o “ho paura di fallire” – tuttavia io parlo della paura che senti quando fronteggi la morte o quando rischi ferite gravi. Quello è il genere di paura che mi è stato rimosso,
ha riferito Smith alla testata Vice.
Questo effetto collaterale, sostengono i medici coinvolti, è stato del tutto imprevisto, tuttavia non rientra certamente nelle anomalie più strane registrate dalla medicina, anzi la storia ha già fornito dei precedenti del tutto omologhi.
Dal canto suo, Smith sembra godere del distacco ascetico così ottenuto: avendo passato buona parte della sua esistenza a preoccuparsi eccessivamente di tutto, trova liberatorio poter riflettere sui problemi in maniera lucida, senza farsi prendere da convulsioni.
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