Dopo l’uscita di Speravo de morì prima su Sky, serie TV su Francesco Totti, e l’arrivo de Il Divin Codino su Netflix, film biopic su Roberto Baggio, i progetti televisivi e cinematografici su ex calciatori sembrano ingolosire sempre di più le case di produzione, ed è per questo motivo che abbiamo pensato ai 10 calciatori che meriterebbero un film o una serie TV dedicata.

Perché il calcio, come tutti gli sport, mette in gioco tanto dell’essere umano, sia fuori che dentro il campo, ed i moti interiori e le vicende avvincenti di grandi personaggi sportivi sono sempre state pane per i denti della narrazione televisiva e cinematografica. Se pensaste a serie TV o film dedicate ad alcuni calciatori, quali vorreste vedere essere messi al centro della narrazione?

Perché il calcio, come tutti gli sport, mette in gioco tanto dell’essere umano, sia fuori che dentro il campo.

Ecco la nostra lista dei 10 calciatori che, a nostro parere, meriterebbero un film o una serie TV dedicati.

Ferenc Puskás

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Ferenc Puskàs è un personaggio che appartiene ad un’epoca lontana del calcio, uno dei più grandi attaccanti di sempre, capitano dell’Ungheria del 1954, che sfiorò il titolo di Campione del Mondo. Ma Puskàs è stato anche, nell’ultima fase della sua carriera, il centravanti del Real Madrid di Alfredo Di Stefano, capace di vincere ben sei coppe dei campioni di fila. Inoltre parliamo di un giocatore capace di segnare oltre seicento gol in carriera.

Ma, al di là dei grandi meriti sportivi, Ferenc Puskàs dovrebbe stare tra i 10 calciatori a cui dedicare un film o una serie TV perché la sua vita rischiò di avere un epilogo tragico. Puskàs fu ad un passo dal non poter proseguire la sua carriera, e, addirittura, fu vicino alla morte, quando nel 1956 la rivoluzione ungara costrinse la sua squadra, la Honved, a sciogliersi, ed i membri della squadra a non fare più ritorno in Ungheria. L’esilio di Puskàs lo portò a stare due anni inattivo in Italia, e poi, a 30 anni suonati, a ripartire dal Real Madrid, dove arrivò a vincere tutto.

Ma, al di là dei grandi meriti sportivi, Ferenc Puskàs dovrebbe stare tra i 10 calciatori a cui dedicare un film o una serie TV perché la sua vita rischiò di avere un epilogo tragico.

Insomma, una storia che mischia drammi umani e trionfi sportivi. L’ideale per la trasposizione sullo schermo.

Garrincha

Garrincha

Manoel Francisco dos Santos, più conosciuto come Garrincha, o Mané Garrincha, è stato uno dei calciatori più forti di Sempre, sicuramente un’ala destra come se ne sono viste poche nella storia. Garrincha fu due volte campione del Mondo con il grande Brasile di Pelè, anche se in diversi potrebbero dire che a rendere grande il Brasile del 1958 e 1962 fu proprio Garrincha.

Garrincha era tutt’altro che un atleta: era leggermente strabico, aveva la spina dorsale deformata, teneva anche uno sbilanciamento del bacino, e soprattutto sei centimetri di differenza in lunghezza tra le gambe. Nonostante ciò fu un dei più grandi calciatori degli anni Sessanta, e non solo.

Garrincha era tutt’altro che un atleta, nonostante ciò fu un dei più grandi calciatori degli anni Sessanta, e non solo.

Ma le particolarità di Garrincha vanno al di là del suo percorso da calciatore, considerando che visse i suoi primi anni di vita in maniera selvaggia ed estremamente povera, a Pau Grande. Tutto ciò gli fece però maturare un grande amore per la natura, ed in particolare per gli uccelli. Uno tra questi gli ha fornito il suo soprannome: Garrincha, appunto.

Il padre del calciatore morì da giovane a causa di una cirrosi dovuta all’alcolismo, ed anche Garrincha seguì questo destino, arrivando a morire a soli 49 anni, in povertà. Ma nonostante ciò, il suo nome è rimasto leggenda, e per questo la storia di Garrincha merita di essere inserita tra quelle dedicate a 10 calciatori che vorremmo vedere in un film o una serie TV.

Lionel Messi

Lionel-Messi, calciatori film serie TV

Oggi Lionel Messi è uno dei più grandi calciatori della Storia, oltre che il più grande campione in attività assieme a Cristiano Ronaldo, ma, quello che viene soprannominato La Pulce, è un personaggio dal passato particolare, ed il cui destino avrebbe potuto avere un esito diverso.

A 11 anni, nonostante con il pallone tra i piedi fosse in grado di battere tanti ragazzi più grandi di lui a Rosario, Messi ebbe diagnosticato l’ipopituitarismo, una sorta di nanismo che gli avrebbe impedito di poter crescere, e di conseguenza affrontare una carriera da calciatore professionista.

Le cure necessarie per aiutarlo erano costose per la famiglia, parliamo di 900 dollari al mese, e solo una squadra, proveniente dall’altra parte dell’Oceano, si offrì di supportarle: stiamo parlando del Barcellona. Il legame tra il club blaugrana e Messi nasce da un impegno preso dalla squadra nei confronti del ragazzo, fin da quando era troppo piccolo per poter essere considerato un sicuro e futuro campionissimo.

Proprio questa parte della vita di Messi,  ed il suo rapporto con il Barcellona, oltre che la lotta contro la malattia, meriterebbero di essere raccontate ed approfondite, eventualmente in un film o in una serie TV. Una grande storia di resilienza e di riconoscenza.

Luigi Meroni

meroni, calciatori film serie TV

Solo i grandi appassionati di calcio italiano, ed in particolare del Torino, probabilmente conoscono la storia di Luigi Meroni, una dei più forti giocatori di fascia degli anni Sessanta, scomparso in maniera tragica all’apice della carriera.

Meroni era considerato il ribelle del calcio italiano, e così come diverse grandi rockstar è morto nei maledetti 27 anni,  un’età ormai entrata nella leggenda. Meroni era diventato uno dei simboli del Torino degli anni Sessanta, e morì il15 ottobre 1967 dopo essere stato investito, mentre camminava per strada, prima da una  Fiat 124 Coupé, e poi da una Lancia Appia. A guidare la prima auto c’era il giovane Attilio Romeo, che, ironia della sorte, diventerà trent’anni dopo presidente del Torino.

Anche da morto Meroni attirò polemiche, considerando che l’arcidiocesi di Torino si oppose al funerale religioso, perché il calciatore conviveva (nei conservatori anni Sessanta) con Cristiana Uderstadt, donna ancora sposata in attesa di annullamento del matrimonio. All’epoca in Italia non esisteva ancora il divorzio.

I suoi capelli e barba lunghi, i suoi dribbiling, e lo stile di vita ribelle, fecero ribattezzare Meroni il George Best italiano.

I suoi capelli e barba lunghi, i suoi dribbiling, e lo stile di vita ribelle, fecero ribattezzare Meroni il George Best italiano, ed il soprannome “farfalla” è indice del suo modo di vivere fuori e dentro al campo. Una farfalla volata in alto, lontano dai campi di calcio, troppo presto.

George Best

BEST

E, visto che lo abbiamo citato, A George Best è stato già dedicato il film del 2000 intitolato proprio Best, ma la sua storia merita  di essere ancora raccontata, magari anche in una serie TV, o in una trasposizione memorabile, degna del percorso di vita di un calciatore capace di diventare un personaggio assoluto anche fuori dal campo.

Per sintetizzare la personalità di Best basta ribadire la frase che lo ha reso celebre:

 Durante la mia vita ho  speso gran parte dei soldi per donne, alcol e automobili. Il resto li ho sprecati.

Diventato giocatore simbolo del Manchester United degli anni Sessanta, Best arrivò al 1968 diventando il giocatore più forte del Mondo, proprio nell’anno che viene considerato l’emblema della rivoluzione a livello mondiale. E George Best fu questo: il primo calciatore a riempire sia le pagine dei quotidiani sportivi, che quelle dei settimanali di gossip.

Un campione che si bruciò presto,  proprio come le grandi rockstar, e che pagò a caro prezzo le conseguenze della sua vita sregolata, morendo a 56 anni  dopo essere stato ricoverato diverse volte per danni al fegato. Per quanto riguarda l’amore che gli appassionati hanno nei suoi confronti basta sottolineare una frase che si dice su di lui: “Maradona Good, Pelé Better, George…Best”.

Lev Jašin

Lev Jašin

Nell’epoca in cui la Guerra Fredda tra Stati Uniti e Russia faceva tremare il Mondo, c’era un personaggio russo capace di abbattere le barriere politiche, suscitando solo pura ammirazione: stiamo parlando di Lev Ivanovič Jašin, titolare della nazionale russa negli anni Sessanta, e che ancora oggi viene definito da molti come il  migliore portiere della storia del calcio.

I suoi soprannomi furono  Ragno Nero e Pantera Nera, dovuto all’uniforme scura che indossava e che è ormai diventata iconica. Jašin fu campione d’Europa con la Russia nel 1960, si dice che abbia parato oltre cento rigori in carriera, e calciatori del calibro di Pelé ed Eusebio, dopo che lo affrontarono spesero grandi parole di elogio per quello che veniva considerato un vero fenomeno.

Calciatori del calibro di Pelé ed Eusebio, dopo che lo affrontarono, spesero grandi parole di elogio per quello che veniva considerato un vero fenomeno.

Una storia su Jašin capace di mischiare il contesto storico politico con le vicende sportive del personaggio sarebbe intrigante da vedere sullo schermo.

Johan Cruijff

Cruijff

Se c’è un personaggio che può considerarsi un rivoluzionario del mondo del calcio questi è Johan Crujiff. Il calciatore simbolo dell’Ajax e dell’Olanda degli anni Sessanta e Settanta ha avuto come maestro ed allenatore Rinus Michels, una figura cardine all’interno del movimento calcistico mondiale, visto che, prima con l’Ajax, e poi con l’Olanda ha creato quello che è stato definito il “calcio totale”.

Crujff ha fatto parte di squadre in cui il concetto di ruolo è stato rivoluzionato, dove non esistevano dei compiti precisi, e quasi ogni giocatore aveva funzioni di gioco sia nella fase difensiva che nella fase offensiva. L’Olanda di Crujff e di Michels fu così iconica da essere ribattezzata come il film cult Arancia Meccanica.

L’Olanda di Cruijff e di Michels fu così iconica da essere ribattezzata come il film cult Arancia Meccanica.

Successivamente Johan Cruijff esportò questa filosofia di gioco portandola al Barcellona, quando da calciatore si trasformò in allenatore. Se c’è una storia di calciatori strettamente legata al calcio ed al suo modo, quasi filosofico, di concepirlo, la vita di Cruijff meriterebbe di essere raccontata in un film o in una serie TV apposita.

Valentino Mazzola

valentino-mazzola, calciatori film serie TV

Stiamo parlando del simbolo del Grande Torino, la squadra di calcio italiana che segnò gli anni Quaranta, capace di vincere cinque titoli nazionali consecutivi, e di finire nella maniera più tragica possibile il suo percorso. Il personaggio che ha rappresentato di più quella gloriosa squadra è stato Valentino Mazzola.

Mazzola iniziò la carriera negli anni Trenta, in un’epoca in cui il Calcio era ben lontano dall’essere considerato uno sport ultra-remunerativo, ed in cui a farla da padrone, sopra ad ogni cosa, erano la passione ed il talento. Presto Valentino si fece notare prima dal Venezia, e nel 1942 arrivò al Torino.

Le tristezze e le tragedie della Seconda Guerra Mondiale furono superate anche grazie alle gesta del Grande Torino, che, assieme alle imprese ciclistiche di Coppi e Bartali, divenne il simbolo dello sport capace di trainare gli umori e la voglia di farcela degli italiani.

Le tristezze e le tragedie della Seconda Guerra Mondiale furono superate anche grazie alle gesta del Grande Torino.

Valentino Mazzola a fine anni Quaranta era considerato il migliore numero 10 in Europa, e, scomparse tragicamente assieme a tutto il Grande Torino nell’incidente aereo di Superga del 1949, lasciando in eredità al calcio un figlio, Sandro, capace di replicare le gesta del padre, e di diventare, a sua volta, uno dei più forti calciatori italiani di sempre. Insomma, una storia di passione, tragedia ed eredità che meriterebbe di essere raccontata.

Andrés Escobar

Andres Escobar, calciatori film serie TV

Quella di Andrés Escobar è una storia tragica che oltrepassa il calcio, e che si accosta al mondo sporco e malavitoso di serie TV come Narcos. Escobar portava, infatti, un cognome scomodo negli anni Ottanta e Novanta, ma il calciatore lo utilizzò per dare gloria alla nazionale della Colombia. Purtroppo, in qualche modo, il suo destino s’incrocerà con quello dei narcotrafficanti del suo Paese.

Arrivata tra le favorite al Mondiale di USA ’94, la Colombia concluse in maniera mesta e anzitempo il suo percorso, proprio a causa di uno sfortunato autogol di Andrés Escobar. Le scommesse clandestine legate alla partita segneranno il destino del calciatore, al punto tale che una volta tornato in Colombia, Escobar verrà freddato con alcuni colpi di mitragliatrice.

Paul Gascoigne

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Gascoigne è uno dei calciatori più sopra le righe e irriverenti che si siano visti nella storia del calcio. Il suo percorso di vita sportivo e umano è degno di essere raccontato, e le traversie che hanno portato il calciatore inglese ad affrontare molti problemi dovuti all’abuso di alcol sono un elemento narrativo piuttosto forte.

Le tante cadute e risalite nella vita calcistica, e non solo, di Gascoigne lo hanno reso un personaggio capace di sbagliare, di ammettere errori e problemi (da tempo gli sono stati diagnosticati anche dei disturbi psichici), ma di affrontarli, o quantomeno provarli ad affrontare, con tutta l’umanità, l’umorismo e la vitalità che lo ha sempre contraddistinto.

Gascoigne è un personaggio estremo, che ha abbracciato il mondo del calcio, ma che, al di là delle peripezie sul campo, merita di essere approfondito e raccontato, eventualmente in un film o serie TV dedicati.